Io e il mio ragazzo stiamo insieme da un anno e mezzo, e la nostra relazione è nata nonostante alcuni punti delicati. Io ho un bimbo adorabilissimo di tre anni e mezzo, il mio ragazzo è nell'esercito, insomma non ha una vita facile. Non l'ho mai forzato ad avere una relazione che includesse anche mio figlio, gli sforzi sono sempre venuti da lui. Qualche tempo fa ha comprato casa e mi ha detto che non era sicuro di riuscire a occuparsi di mio figlio (perché lo ama, ma le responsabilità che ne deriverebbero lo spaventano), ma che comunque vorrebbe che provassimo ad andare a vivere con lui. Da un lato, direi che se il presupposto è "forse", non si tratta di una decisione saggia. Dall'altro vorrei che provassimo a essere una famiglia prima, per vedere se le cose potrebbero funzionare. Ma ho anche paura di mettergli troppa pressione addosso, o di cosa succede se invece non gliene metto. Cosa devo fare?

Per prima cosa, chiamiamo le cose con il loro nome. Ho capito perfettamente cosa volevi dire, ma tuo figlio non è un "punto delicato". È la terza persona che fa parte della vostra relazione, e da quello che mi scrivi mi sembra che tu stia pensando in modo serio e responsabile su cosa sia più giusto fare per lui. Mi sembri davvero una madre fantastica.

Per un genitore, per quanto ci si possa impegnare è impossibile tutelare al cento per cento la vita di un figlio. Tutto quello che possiamo fare è limitare in modo ragionevole la quantità di rischi cui vanno incontro mentre cogliamo delle opportunità che crediamo possano migliorare anche la loro vita. Si tratta però di due obiettivi (migliorare la loro vita e metterli al riparo da rischi) che quasi sempre, in qualche modo, possono fare a pugni. Quindi quello che dobbiamo fare è ponderare attentissimamente le nostre scelte, e chiederci sempre se i rischi che ci sono in gioco ne valgono la pena. E mi sembra che sia quello che stai facendo.

Ma dobbiamo anche seguire il nostro cuore. E mi pare che tu stia facendo anche questo.

Nel tuo caso specifico, poi, mi sembra che tu e il tuo compagno comunichiate nel modo giusto. Lui è sincero con te riguardo alla sua sindrome da stress post traumatico, e anche sulle sue preoccupazioni su come essere parte della vita di tuo figlio. Siete sinceri e sapete che dovete offrire a tuo figlio un ambiente stabile.

Mi fa piacere sapere che il tuo compagno ama tuo figlio. E sono anche felice che abbia paura delle responsabilità che questo comporta, perché è giusto che lo sia. Vuol dire che sta prendendo queste decisioni con molta serietà. Ma capisco anche benissimo perché questi "forse" e "vediamo" ti sembrino un po' troppo rischiosi.

Quindi, ecco il mio consiglio: digli che la sua idea ti piace, ma che pensi sarebbe meglio per tutti e tre se passaste un po' più tempo insieme prima di andare a vivere sotto lo stesso tetto, così che quella che è una possibilità diventi una probabilità un po' più concreta. Si tratterà di qualche settimana in più, o magari di qualche mese. E se volete decidere una sorta di scadenza per poi rivalutare la situazione, non c'è niente di male.

Non devi essere sicura in anticipo che le cose funzioneranno. Ma devi essere fiduciosa. Io ho fiducia che le cose andranno bene, per te e per tuo figlio: è fortunato ad avere una madre che prende decisioni come questa con la giusta serietà.

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