Se sei fan di Harry Potter, ti conviene stare allerta. Per J.K. Rowling è tempo di rivelazioni succulente e in occasione dell'intervista per il documentario A History Of Magic della BBC uscito per l'inaugurazione della mostra a Londra, la scrittrice ha svelato nuovi segreti da backstage sulla saga del tuo maghetto preferito. Dopo averci raccontato come è nata la personalità della professoressa Sprout (o Sprite nelle prime traduzioni del libro), adesso ha aggiunto nuovi dettagli che riguardano il simbolo dei Doni della Morte che tu ben conosci. Piccolo spoiler prima di addentrarci: è tutto legato... magicamente.

Cominciamo da quella famosa notte. Per J.K. Rowling c'è stata una sera particolare in cui le avventure di Harry Potter hanno preso una piega che forse le ha portate al successo. Dopo una cena con amici, si era messa a guardare un film ed era circa 6 mesi che si occupava della scrittura del libro. Quella sera a 400 chilometri di distanza (ed è per questo che è rimasta impressa nella sua memoria) sua madre moriva. Da quel momento c'è stata una virata, è nato il personaggio materno della professoressa Sprout e un simbolo si è impresso nella sua mente quasi a livello subconscio. La scrittrice nel documentario dice "Se mia madre non fosse morta penso che le storie sarebbero completamente diverse e non quello che sono".

Quella sera stava guardando il film L'uomo che volle essere re, un adattamento di Rudyard Kipling con Sean Connery, Michael Caine, Saeed Jaffrey e Christopher Plummer. In quel film ritorna più volte il simbolo massonico che è formato da una squadra e un compasso e ricorda nella forma quello dei Doni della Morte che, invece, nelle intenzioni della scrittrice rappresentavano l'insieme della bacchetta la Bacchetta di Sambuco, la Pietra della Resurrezione e il Mantello dell'Invisibilità. Eccoli:

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"Dopo letteralmente 20 anni ho riguardato il simbolo dei Doni della Morte e ho capito quanto fosse simile a quello massonico (visto nel film). Ho una sensazione che, a livello profondo e subconscio, le cose siano connesse. Sento come se avessi lavorato per oltre 20 anni a partire da quella notte, perché la serie Potter parla di una perdita in fondo".