Quando Stella si svegliò, la tenda bianca era gonfia di vento. Per un attimo non ricordò dove fosse. Impiegò qualche minuto a capire, poi insieme alla memoria tornò anche il dolore. Quello di un amore finito, di Roberto che l'aveva lasciata con una mail.

Vado via. Scusa, ma ho smarrito il senso di noi. So che capirai.

Poche parole ed era finito tutto. Cinque anni, i progetti, il mutuo da pagare, la vacanza in Corsica già prenotata.
Aveva provato a capire, a domandare. Ma Roberto era andato via senza fiatare, non rispondeva neppure al telefono, aveva disattivato la visualizzazione Whatsapp e le spunte dei messaggi che Stella inviava almeno sei volte al giorno non diventavano mai blu.

Dopo essere rimasta senza più lacrime era tornata alla casa al mare dei suoi per il mese di agosto. Una piccola località pugliese, due strade, la chiesa, l'edicola, la farmacia. Poi solo spiaggia, e scogli. E vento.

Aveva passato in quel paesello ogni estate della sua vita. Le contò sulle dita, uno, due, trentaquattro. Si senti vecchia, vecchissima, nonostante gli shorts, il vespino, i capelli scompigliati.

Quando scese alla caletta c'era il maestrale. Annusò il vento, sapeva di sale e di mare. Era la cosa che più le mancava durante gli inverni milanesi quel vento che soffiando asciugava tutto. I panni stesi, e anche il dolore. Roberto. Faceva male ancora. Chiuse gli occhi e si lasciò andare ai ricordi.

Dove aveva sbagliato? Perché era finita? Cercò risposte nell'acqua e nei granchietti che si arrampicavano fino al telo di spugna, poi prese una rivista dalla sacca che aveva portato con sé. Cosmopolitan, la sua preferita. Cercò la pagina dell'oroscopo, poi il suo segno zodiacale. Nuovi amori portati dal passato per le scorpioncine che hanno da poco archiviato una fase della vita.
Archiviato. Si soffermò sulle parole lette, archiviato non era il termine giusto. Le era stato imposto, piuttosto. Qualcuno aveva chiuso e archiviato anche per lei. Ma l'oroscopo era pieno di speranze, e in una località del mare del Sud, tutto può accadere. Lo sapevano bene le sue colleghe milanesi che le invidiavano le lunghe estati passate in Puglia e avrebbero fatto carte false per essere al suo posto.

Era quell'accenno al passato che la lasciava perplessa. Roberto era già il passato? Forse sarebbe tornato? Chissà.

Il vento scompigliò le pagine e fece volare il cappellino. Sì alzò per recuperarlo e si sorprese a studiare il profilo di qualcuno. Un uomo seduto sugli scogli, che armeggiava con una canna da pesca. Era un'immagine in qualche modo familiare, ma non riuscì a collegarla con nessuno dei suoi ricordi. A volte pensava ai ragazzini che avevano vissuto con lei le mirabolanti estati dell'infanzia e dell'adolescenza, condividendo il background di sogni e di esperienze che ti porti dietro per sempre, ma ormai erano andati via tutti. Le ville vendute o affittate, oppure chiuse, scrostate dal maestrale e dall'umidità. Chissà dov'erano adesso, forse andati al Nord dopo la laurea, come tutti. A cercare lavoro, a cercarsi la vita.

Un giorno ne aveva incontrato uno, in aeroporto. Era stato bello, si erano abbracciati, con la sensazione che il tempo non fosse mai passato.

L'orata scintillante aveva attirato la sua attenzione. L'uomo faceva buona pesca, a giudicare dal secchiello già pieno a metà. La guardò, le sorrise per un attimo. Scostò il capelli con le dita. Ancora quella sensazione di deja vù.

Il maestrale era calato, adesso il sole scottava. Si stese sulla schiena e un poco si assopì.

"Tieni, questi pesci sono per te".
Qualcuno le stava parlando, ma la voce era lontana, come in un sogno.
Stella, dormi?

Quell'uomo la stava chiamando, ed era chino su di lei, con un paio di spigole ancora attaccate alla lenza. Aprì gli occhi, infilò i Ray Ban, lo guardò meglio. Improvvisamente ricordò. "Ma tu? Tu sei.."
"Antonio Morelli, sì. Credevo non ti ricordassi più..". Sì alzò, lui le porse la mano, lei lo abbracciò di getto. Era stato il suo primo amore del resto. Tre estati di fila, poi Toni era andato a studiare a Venezia e non era più tornato. "Antonio... ma che bello. Certo che mi ricordo, anche se sono passati tanti anni. E un po' sei cambiato. Avevi qualcosa di familiare ma non riuscivo a mettere a fuoco. Che ci fai qui?"
"È una storia lunga, sai…" "Ho un sacco di tempo, guarda tu."

Non bastò quell'estate a raccontarsi, due vite sono lunghe da dire. E Antonio aveva un divorzio sulle spalle, una bimba che riusciva a vedere pochissimo, e molto dolore da elaborare. Era tornato nei luoghi dov'era stato felice cercando di guarire. Aveva bisogno di caldo e di sole, prima di rientrare a Milano.

A Milano anche lui.

L'oroscopo aveva ragione. Un amore tornato dal passato.
A Milano Stella e Antonio sarebbero tornati insieme. E anche la prossima estate in Puglia. In cerca del maestrale.

L'autrice

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Gabriella Genisi, è nata nel 1965 e abita vicino al mare, a pochi chilometri da Bari. Ha scritto numerosi libri e ha inventato il personaggio del commissario Lolita Lobosco, la poliziotta più bella del Mediterraneo, già protagonista di quattro romanzi pubblicati da Sonzogno: La circonferenza delle arance (2010), Giallo ciliegia (2011), Uva noir (2012) e Gioco pericoloso (2014). Da leggere se ami le fiabe ma stai cercando di superare un abbandono.

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