Sara Pupillo è presidente di Alfabeti Onlus, l'associazione di volontariato nata vent'anni fa a Milano che insegna l'italiano agli immigrati, e che quest'anno ha ricevuto l'Ambrogino d'Oro, l'onorificenza riconosciuta dal Comune di Milano. Sara ha iniziato come volontaria quattro anni fa per diventare in poco tempo presidente e dedicando oggi all'associazione impegno e passione. Le abbiamo chiesto di raccontarci che cosa serve davvero per fare volontariato.

Come hai iniziato a fare volontariato?
«Ero disoccupata e avevo del tempo che volevo impiegare in modo utile. Avevo fatto un corso per diventare insegnante per stranieri e ho cercato una scuola dove poter sfruttare questa nuova abilità. Ho trovato la scuola di Alfabeti Onlus, ho iniziato come volontaria e poi sono diventata presidente. Oggi sono freelance e questo mi permette di gestirmi il tempo».

Come è organizzata la scuola?
«Abbiamo circa 200 studenti da ottobre a giugno, dai 17 anni in su. Non chiediamo i documenti, ma una cifra simbolica di 10 euro per tutto l'anno. Le lezioni si svolgono sia la mattina sia la sera. Da noi vengono persone di nazionalità diversa, marocchina, ucraina, cinese, sia uomini che donne. Generalmente sono immigrati che intendono restare in Italia e trovare un lavoro. C'è molta varietà, ci sono anche persone laureate nei loro paesi e comunque tutti hanno voglia di imparare».

Qual è l'aspetto che ti piace di più del volontariato?
«Stare a contatto con tutto il mondo. Imparo tantissimo, per esempio le tradizioni dei diversi paesi. È come viaggiare, con il vantaggio che conosci le anime di una nazione più che i paesaggi».

Ci vuole coraggio per fare volontariato?
«Serve di più avere la giusta predisposizione e cioè non sentirsi migliori degli altri. Direi piuttosto che il coraggio ce l'hanno gli immigrati che si mettono in gioco con una lingua che non è loro e che, soprattutto, hanno avuto il coraggio di lasciare il loro paese».

Una lezione tipo?
«Non insegniamo la grammatica in modo classico. Usiamo tanto il disegno e le situazioni pratiche in cui è possibile trovarsi, come dal medico. Ma ci sono anche tanti momenti di leggerezza, ci divertiamo perché uno dei segreti del volontariato è trasmettere il buonumore. In più, nascono molte amicizie ed è bello vedere come i legami importanti si instaurino tra persone di nazionalità diverse attraverso la lingua italiana».

3 qualità che deve avere chi vuole fare volontariato?
«La prima è la pazienza, perché insegni l'italiano a persone che possono usare alfabeti diversi dal nostro e non è facile capire, per esempio, la coniugazione dei verbi. La seconda è la voglia di dedicare del tempo agli altri, ma anche di informarti e non puoi farlo in maniera superficiale. Infine, avere voglia di conoscere persone diverse da te. È questa la vera ricchezza, perché gli immigrati, in realtà, sono una grande risorsa per l'Italia».

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L\'assegnazione dell\'Ambtogino d\'Oro all\'associazione Alfabeti Onlus di Milano