"Nell'alpinismo al femminile esistono ancora grandi possibilità per me, perché non sono ancora molte le donne che vogliono affrontare una spedizione sulle vette più alte del mondo. Ma come già detto, per me non conta il misurarmi con le altre alpiniste, bensì la sfida con me stessa. Che cosa sarò ancora capace di raggiungere, quanto difficoltà dovrò affrontare, fino a che punto saprò sopportare gli sforzi fisici e psichici?

Questa è la frase con cui Tamara Lunger termina la sua biografia, una frase che racconta la passione per la montagna di questa ragazza nata a Bolzano nel 1986 e figlia di uno sci alpinista. Nel 2014 Tamara ha raggiunto la vetta del K2 arrivando a 8.611 m senza ossigeno. È la seconda donna italiana nella storia dell'alpinismo ad aver raggiunto questo risultato. Per noi è una Donna la top! e l'abbiamo intervistata per conoscerla meglio, perché il segreto del suo successo è lo stimolo per raggiungere i nostri sogni!

Ci parli dell'impresa alla quale ti stai preparando?

Parto per una spedizione invernale su una montagna di oltre 8.000 metri, il Manaslu in Nepal con Simone Moro (alpinista ndr).

Qual è la sensazione più bella che vivi quando sei in montagna?
La cosa più bella é andare in montagna e provo sempre delle sensazioni forti, non diventa mai qualcosa di normale per me. Anche se lo faccio già da un bel po', a volte, mi vengono ancora le lacrime, perché amo la mia vita piena di bellezza, soddisfazione e felicità.

Potresti descrivere le sensazioni del tuo corpo quando raggiungi la vetta?
È uno dei momenti più belli in assoluto, perché ho lavorato tanto per arrivare sulla cima di una montagna di 8.000 m, ma poi so che la vera vetta non è lì a 8.000 ma la trovo quando arrivo di nuovo al campo base, dove sono sicura.

Che cosa hai imparato dall'alpinismo?
Non é solo un hobby, ma é uno stile di vita. Se qualcuno mi chiedesse: "Non ti annoi nel campo base se fa brutto tempo?". Allora posso dire solamente: No, perché amo ogni minuto dello stare lì. È anche in quei lunghi momenti di attesa che trovo me stessa!

Che cos'è per te il successo?
Raggiungere una cima é bello, però non è necessario per sentirmi felice. La cosa più importante é sempre la ricerca di me stessa e l´insegnamento che ricevo nel vivere l'esperienza di libertà che la natura incontaminata dona.

Che cosa fai quando sei un po' giù?
Devo dire che non mi succede spesso di sentirmi giù, ma quando accade provo a concentrarmi e a cambiare i pensieri negativi in pensieri positivi, pensando alla mia famiglia, alle mie forze e al mio potere e anche a dio, che mi é sempre vicino.

Per te un errore o un insuccesso è un grande dolore o la molla per fare meglio? 
Gli errori li prendo sempre come un insegnamento e una spedizione fallita non la vedo mai come un insuccesso, perché non abbiamo sempre la fortuna di arrivare in cima. Non arrivare in vetta ti insegna molte cose, e anche a come fare meglio la volta dopo.

Come hai scoperto il tuo talento?
Lo ha scoperto Simone Moro che vedendomi una volta ha avuto prima di tutto l'intuizione che sarei potuta essere una buona alpinista d´alta quota. E poi mi ha dato la fiducia con l'occasione per testarmi e provare a me stesso che lo potevo davvero essere. Devo dire che sono contenta di avere il DNA dei miei genitori, che mi permette di stare veramente bene anche in quota.

Come ti prepari a una grande impresa?
Mi preparo tutto l´anno sopratutto con gli sci d'alpinismo, la corsa, l´arrampicata, l´arrampicata su ghiaccio ed esercizi di forza. Quindi non ho bisogno di una preparazione speciale prima delle spedizioni. E non é uno sforzo che devo fare, perché amo ogni allenamento che faccio.

Qual è la dote principale che bisogna avere per scalare una montagna? Pensi che possa essere anche una qualità valida nella vita?
Per primo devi avere quella passione, perché non é da tutti sapersi adattare, non lavarsi per tanto tempo, dormire in tenda, avere un buco nella neve come bagno ed essere essenziali. Poi le qualità fondamentali sono la pazienza, la flessibilità e la capacità di non perdere mai il buonumore.