Dopo aver raccontato a CosmoIAM il bello dell’essere «felici con se stessi, fondamento basilare su cui si può costruire tutto quello che si vuole nella vita», Ariete è tornata in tv con un altro monologo, questa volta per parlare «della cruda realtà che sta dietro la comunità LGBTQ+ oltre la bolla dei social e della sensibilizzazione». Lo ha fatto a Le Iene, programma che ha lasciato spazio alla giovane artista ventunenne e alla sua voglia di raccontare cosa vuol dire sentire addosso la necessità di lasciare un impronta, un messaggio al mondo che faccia davvero la differenza per gli altri, e per un mondo giusto.

La cantante di "Mare di guai" ha scelto così di raccontare le storie sommerse di persone vessate, violate, addirittura uccise a causa della loro identità sessuale e di genere. Lo ha fatto citando nomi, date, luoghi di morte e violenza. Anche se si tratta solo delle «storie emerse», quelle note al grande pubblico. Oltre, ha raccontato Ariete, c'è un universo di persone «in silenzio» che meritano di essere ascoltate. E salvate.

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Ecco il testo integrale del monologo di Ariete a Le Iene.

«Ma non la senti la responsabilità? Questa è la domanda che mi fanno di più. Vogliono sapere se mi sento portavoce di qualcosa. Da ragazza di 20 anni felice, amata, libera, sono sempre rimasta lì, con la coda tra le gambe, a cercare una risposta. Posso davvero farmi portavoce di qualcosa, lasciare un’impronta importante? Oggi ci provo e voglio parlarvi della cruda realtà che sta dietro la comunità LGBTQ+ oltre la bolla dei social e della sensibilizzazione.

La realtà di un ragazzo transessuale o di una ragazza omosessuale che sentono tutti i giorni il peso di chi non li accetta, delle cicatrici tenute nascoste. La realtà di chi, purtroppo, non c’è più.

Febbraio 2023, a Frosinone una ventenne lesbica viene travolta da sputi, schiaffi e insulti dalla madre. 'Preferirei una figlia morta', le dice. Ottobre 2022, in provincia di Como un cameriere di 22 anni viene minacciato con espressioni omofobe, inseguito, massacrato di botte e finisce ricoverato in ospedale con trauma cranico e politrauma. Ancora ottobre 2022, Naomi Cabral, donna trans di 47 anni, viene trovata morta in una camera d'albergo. Sempre ottobre 2022, per la terza volta nello stesso mese, Chiara, ragazza transgender di 19 anni, si suicida a Napoli dopo aver subito episodi di violenza, bullismo ed emarginazione.

Queste sono solo alcune delle storie emerse, poi c’è chi soffre in silenzio. E io voglio parlare per loro. Far emergere la loro voce. Non aspettate a chiedere aiuto. Ci sono associazioni come Gay Help Line che possono offrirvi un aiuto gratuito, da subito.

Ma non la senti la responsabilità? Si, la sento, per le cose giuste, per le cose vere, per Naomi, Chiara e chissà quanti altri, per gli esseri umani, per non dimentichiamocene mai».