A mezzanotte della prima serata del Festival di Sanremo realizzo che abbiamo sentito solo sette canzoni, e così comincio ad allarmarmi. Sperando che Ama capisca di aver esagerato con la scaletta diffusa, mi accorgo invece con orrore che decide di far recitare a Matilda De Angelis una poesia. Stappo una bottiglia di vino (in sala stampa era l'ora del gin tonic, ma qui a casa non ho ghiaccio) e mi metto l'anima in pace. Ormai l'ho capita: Amadeus odia gli spettatori del Festival di Sanremo e i giornalisti che ne scrivono, si arriverà alle due di notte come niente. Ma finalmente come tutte le belle cose, o la morte, la fine della prima serata arriva. Come è andata, a parte i cori di troppo lunga? È andata benissimo per Matilda De Angelis, 25 anni, valletta per una serata, che canta, balla e recita come una natural ed è una stella che brilla già. È andata bene anche per Zlatan Ibrahimović che sul palco di Sanremo ha dimostrato che è bravo a fare quello che fa normalmente, ovvero il calciatore e il bono di professione (il resto lasciamo stare). È andata benissimo anche per Amadeus, che ha messo insieme un festival ad alto tasso di pezzi belli (vedi pagelle sotto). Sempre bene per Diodato, che ci ha fatto ricordate quanto era bellissima Fai Rumore, la sua canzone dell'anno scorso. È andata meno bene per Fiorello, che srotola le sue solite battute sui culi, le solite gag di balli di coppia tra uomini e le solite amenità per tirare su il pubblico, solo che il pubblico non c'è e si vede, ma solo nel suo caso. E, per la giuria demoscopica, che questa sera ha votato, è andata benissimo per i brani più tradizionali: in testa alla classifica ci sono Annalisa, Noemi e Fasma, mentre la parte finale è tutta dei pezzi più indie (Madame, Coma Cose, Colapesce Dimartino). Qui sotto le pagelle dei big e dei giovani in gara, con i due superospiti ovvero Loredana Bertè e (inspiegabilmente) Achille Lauro.

Arisa - Potevi fare di più

Ma che voce, ma che canzone, ma che scale, ma come fa Arisa a fare quella roba lì. “A che serve truccarmi, se nemmeno mi guardi”, canta lei. Io ho visto Mia Martini, poi fate voi. Sesta.

Voto: the best voice.

Colapesce Dimartino - Musica leggerissima

Confermo quanto detto nella mia pagella delle anteprime: Battisti, fortissimamente Battisti in salsa dance. Un pezzo arioso, ipnotico, successo in radio sicuro dei due re dell’indie siciliana, vestiti ovviamente Dolce e Gabbana. Colapesce, poi, bono. Noni (Mah).

Voto: vince, e anche se non vince perché troppo favorita, ha già vinto lo stesso.

Loredana Bertè - Figlia di... (NON IN GARA)

La nostra Tina Turner nazionale (ma le gambe???) canta tutte le sue più belle canzoni e idealmente viene giù l’Ariston. Poi canta il suo nuovo brano, e idealmente siamo in Messico a ballare Corazon Espinado di Santana.

Voto: le gambe di Loredana Bertè monumento nazionale.


Aiello - Ora

Voce sofferta, sguardo sofferto, gesto della mano sofferto: Aiello non canta. Lui recita. Ogni tanto urla. L’esibizione dal vivo ha reso più drammatica una canzone che al primo ascolto non mi era sembrata male. Arriva ultimo.

Voto: un po’ meno, Aiello.

Fedez e Francesca Michielin - Chiamami per nome

Fedez ha deciso, anche nella scelta delle partner musicali, di fare la parte di quello emotivo. Forse perché è emotivo. Lo penso da quando gli è nato il figlio: con i suoi smalti, le sue lacrime, la sua dolcezza di papà, la sua emotività sempre così manifesta nella vita che scorre su instagram, Federico Lucia sta reinventando la rappresentazione del maschio nei mass media italiani. Anche questa esibizione con Francesca Michielin va in quel solco: la Michielin arriva sul palco, bella, sicura di sé, a cazzo duro, con caschetto e eye liner da femme fatale e canta a vocali spiegate, lui è incerto, ha un sorriso teso, canta con l’autotune, tiene il tempo con la mano. Alla fine scende la lacrima. La canzone è meglio ora che al primo ascolto. Piacerà. Quarto posto.

Voto: cuore di papà

Max Gazzè e la Trifluoperazina Monstery Band – Il farmacista

Ho sempre amato Gazzè. Questa canzone è un sacco di note alla Gazzè maniera e non apporta niente di nuovo al suo repertorio. A me ha francamente stufato. Peccato. Arriva ottavo.

Voto: passè. 


Noemi – Glicine

Scritto da Dardust, un bel pezzo melodico, da radio, cantato bene, che fa (ri)entrare Noemi nell’Olimpo delle brave cantanti italiane. Secondo posto.

Voto: daje molto.

Achille Lauro - Salvami (NON IN GARA)

Arriva tipo messia in versione I cavalieri dello Zodiaco meets le Winx (ma wannabe Renato Zero e David Bowie), Lauro veste Gucci e canta una canzone molto orecchiabile, molto tradizionale, che niente ha a che vedere con l’arte dissacrante tanto annunciata tramite comunicato stampa.

Voto: don’t get me started.

Madame - Voce

E Sanremo finalmente scopre la Madame. Con tutte le sue parole, le sue note, la sua giovinezza dei 19 anni e la sua divinità. Veste Dior. Arriva undicesima.

Voto: star.

Maneskin - Zitti e buoni

Età media 20 anni, fanno rock, pestano e non guardano mai in camera. Sono molto belli. Ero in una chat di fighi puristi del rock che dicevano che non è rock. Tutti gli altri comuni mortali dicono sì. Settimi.

Voto: 8

Ghemon - Momento perfetto

Canta il pezzo più tecnico e difficile della serata. Forse di tutto Sanremo. Io lo trovo godibilissimo. Bravo Gianluca. Peccato per quei ricci. Dodicesimo posto.

Voto: nicchia.

Coma cose - Fiamme negli occhi

Deliziosi. Lei magnetica, lui la rincorre e fa bene. È tutta una roba Anni Novanta e io mi sento a casa. Voi non so. Arrivano decimi.

Voto: indie takes Sanremo.

Annalisa - Dieci

Soffre moltissimo in questa canzone e credo che soffra molto con questa canzone in un festival che premierà i suoni più nuovi (quando a votare non è solo la giuria demoscopica). Lei comunque brava. Arriva prima.

Voto: riprova un altro Sanremo

Francesco Renga - Quando trovo te

Inizia un po' stanco e poi si riprende sui gorgheggi finali che, francamente, in Italia è capace di fare solo lui. Ma Renga, come Annalisa, porta una canzone troppo datata rispetto alle altre sentite fino ad ora, anche se tra gli autori c'è il "solito" Dardust. Che capelli comunque. Sempre manzo. Quinto posto.

Voto: riprova un altro Sanremo


Fasma - Parlami

Aveva detto che nella sua canzone ci sarebbe stato un sacco di autotune ed è stato di parola. Al primo ascolto non mi aveva convinto. Ora mi sembra più comprensibile e quel parlami parlami parlami ripetuto mi sa di radio. Arriva terzo.
Voto: mi astengo.

Le pagelle dei giovani

Gaudiano - Polvere da sparo

La voce c’è, il pezzo c’è, l’arrangiamento del maestro Valeriano Chiaravalle c’è. Peccato per quel completo azzurro polvere. Da sparo. Passa e va alla finale di venerdì.

Voto: riproviamoci.

Elena Faggi - Che ne so

Vestita con un abito Vivetta (o Miu miu) metallico a metà tra le gemelle di Shining e i Rockets, e con codini alla principessa Leila, è nata il 22/02/2002 e il suo ufficio stampa ci fa sapere che questa è una “data che a lei piace molto”. La canzone è piaciuta alla mia chat di amichetti con cui guardo Chi l’ha visto.

Voto: stucchevole.

Avincola - Goal!

Siccome la canzone si chiama goal, lui giustamente si presenta sul palco con un pallone da calcio. Dice: “Che ne sai, magari faccio goal e vinciamo la partita”. Davvero, che ne sai. Contro ogni aspettativa non ha calciato il pallone verso le poltrone vuote del teatro a esibizione terminata.

Voto: cit Tommaso Paradiso

Folcast - Scopriti

Finalmente un giovane che viene Sanremo e porta una ballata r’n’b: un po’ di tradizione e un po’ di scale e bel canto. La canzone migliore delle giovani proposte. Ha anche i baffi.

Voto: bravo. E infatti passa alle finali