«Che cosa ti mancherà di più?/ Il peso delle cose/ Le cose che non voglio lasciare andare». Inizia con questi versi la poesia di Paloma Elsesser, tra le modelle più influenti e richieste del momento, scritta dopo un importante intervento di chirurgia al seno. La lirica dirompente fa parte del suo nuovo libro in collaborazione con la fotografa Zora Sicher, Treasure. Edito da IDEA ltd, il progetto visivo documenta i due interventi plastici al seno a cui la modella plus size si è sottoposta negli ultimi anni: il primo di riduzione (in termini tecnici, mastoplastica riduttiva) nel 2019, con l'inserimento di due protesi per mantenerne le rotondità, e il successivo nel 2023, per la rimozione di queste ultime.

Classe 1992, Elsesser ha già sfilato sulle passerelle di Versace, Fendi, Michael Kors, Eckhaus Latta e altri, in parte facendosi anche carico dell'importante compito di rappresentazione di tutte quelle soggettività a lungo taciute dall'industria della moda. Nata a Londra e trasferitasi prima a Los Angeles e poi a New York, la super modella ha un corpo non conforme agli standard di bellezza, e origini che intersecano Africa, Stati Uniti, Svizzera e Cile. Mentre le industrie fashion e beauty hanno ancora molta strada da fare in termini di inclusività, Paloma si fa portavoce, nelle sue dichiarazioni e interviste, di un approccio sincero al cambiamento, interrogandosi, ma soprattutto responsabilizzandosi, sul suo ruolo di modella all'interno del processo culturale più ampio di de-idealizzazione della donna.

Come si legge in un articolo del Washington Post, il libro (già sold out) mostra una serie di immagini intime e forti, che documentano dolore, sangue e cicatrici. Non ha lo scopo di romanticizzare la chirurgia estetica o di renderla glamour, ma è un tentativo di ridefinire il concetto di bellezza attraverso l'empatia. Qualcosa di assolutamente rivoluzionario, se si pensa tramite quali parametri venga, ancora oggi, concepita la "bellezza canonica".

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@palomija//Instagram
Dal profilo Instagram di Paloma Elsesser

Sulla poesia di Paloma Elsesser dopo la riduzione del seno

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@palomija//Instagram
Dal profilo Instagram di Paloma Elsesser

Oltre alle immagini, i servizi fotografici e gli scatti creativi, lo strumento con cui Paloma Elsesser lotta per la normalizzazione del proprio – e in bona fide di tutti i tipi di – corpo all'interno del fashion system è quello della parola. In questo modo persegue anche il sogno d'infanzia, alimentato successivamente dagli studi universitari, di diventare scrittrice. È via Instagram che @palomija pubblica una pagina di Treasure, in cui, come afferma sul social, descrive in versi le sensazioni e le emozioni del post-operatorio, quando ancora, dopo l'intervento di riduzione del seno, è sotto l'effetto degli antidolorifici prescritti. Dal testo esce il suo lato umano, quello di donna e modella che ha scelto di sottoporsi a un importante intervento chirurgico per ridurre il proprio seno. Qui abbiamo tradotto in italiano la poesia di Paloma Elsesser, in cui la voce della top model diventa una finestra sul reale di tutte le fatiche e i desideri delle donne, da quelle i cui corpi sono socialmente più accettati a quelle che meno rispecchiano la conformità dei canoni. Una lirica preziosa da custodire con cura, all'interno della battaglia per l'autodeterminazione dei corpi di tutte e tutti.

«Che cosa ti mancherà di più?
Il peso delle cose
Le cose che non voglio lasciare andare

Desidero mutare a giorni alterni
E svegliarmi e essere nuova
Mi sono stancata della bellezza

Continuerò a stancarmi del desiderio
Contribuirò alla sua caduta
Ma soprattutto al suo mantenimento

Aspirerò la plastica nella mia bocca
e la espirerò come fumo
Non sarò mai più la stessa
Cercherò di cullare la sua memoria
Dimenticherò il motivo per cui è successo
Non correggerò mai le parole
solo il percorso
Io non sarò giocosa, ma si prenderanno gioco di me
Io non starò mai al gioco
Io sarò sempre giocatrice»

Cos'è la mastoplastica riduttiva

Per spiegare cosa sia l'operazione di riduzione del seno dal punto di vista medico scientifico, Cosmopolitan Italia ha contattato il Dottor Umberto Fama, specialista in Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica. «La mastoplastica riduttiva è un intervento chirurgico che non sempre ha una finalità puramente estetica. Infatti, oltre a migliorare l'aspetto del seno eccessivamente voluminoso e/o cadente, questo intervento ha, molto spesso, soprattutto lo scopo di ridurre o eliminare dei fastidi correlati all'eccessivo volume delle mammelle, come ad esempio il dolore alle spalle, al collo ed alla porzione alta della colonna vertebrale», spiega Fama. «L’intervento consiste in una amputazione parziale della ghiandola mammaria e del grasso circostante, rimodellando la mammella attraverso una riduzione delle dimensioni ed il suo sollevamento in una posizione più naturale. Esistono diverse tecniche chirurgiche per eseguire una mastoplastica riduttiva, ma quasi tutte prevedono tre incisioni principali (la cosiddetta "T" invertita): una periareolare, a 360° attorno all’areola; una nel solco sottomammario e una che congiunge verticalmente le prime due».

I benefici di questo intervento, come sottolinea Fama sono vari: «Il miglioramento della postura e la scomparsa di dolori alla schiena, la scomparsa di eruzioni cutanee ed infezioni ricorrenti (ad esempio la candida) a carico del solco mammario, l'aumento del comfort fisico generale, una qualità del sonno migliore e il miglioramento dell’autostima, come conseguenza dell'eliminazione di problemi psicologici connessi a un seno troppo voluminoso». Per quanto riguarda i suoi rischi, Fama spiega: «Oltre a quelli generici che possono occorrere durante qualsiasi altro intervento chirurgico (come infezioni, emorragie, necrosi ecc.), la mastoplastica riduttiva ha due rischi specifici. Il primo è la possibilità di sviluppare delle cicatrici ipertrofiche o cheloidee, mentre il secondo è la possibilità che, dopo l’intervento, possano residuare delle piccole asimmetrie di forma e/o di volume a carico delle due mammelle. Non esistono controindicazioni assolute, se non quelle legate a condizioni di salute particolarmente precarie».

In Italia è possibile accedere all’intervento di mastoplastica riduttiva tramite il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) «solo se l’intervento prevede la risoluzione di un problema piuttosto serio», come ha spiegato lo specialista. Il Dott. Umberto Fama ha quindi concluso: «Non sono in grado di dire quanti interventi di questo tipo vengano, oggi, svolti a carico del SSN, ma ho per certa la notizia che, a causa della recente pandemia, questo genere di intervento preveda liste d'attesa molto lunghe».

Mastoplastica riduttiva, la testimonianza diretta di Mia

Mia (@sint3ticaa su Instagram) è una content creator per OnlyFans, ha 25 anni e di recente si è sottoposta a mastoplastica riduttiva, più pessi e aggiunta di protesi. A Cosmopolitan ha raccontato la sua esperienza, partendo dai motivi per cui si è voluta operare: «Quello che mi ha portato a volermi operare è una mera questione di comodità e benessere fisico: misuro una seconda/terza di busto ma avevo una quinta di coppa, trovare reggiseni che mi supportassero e fossero adatti a me è sempre stato un calvario, al punto che sono diversi anni che ne ho pochissimi, perché andarli a comprare era diventata un’occasione di pianto e frustrazione assicurati, e mi sono rassegnata a farmi andare bene quelli che avevo già. Essendo il mio seno iniziato a svilupparsi verso i 10 anni ha anche iniziato a cadere molto presto, e un seno grande e cadente con un busto piccolo è ancora più scomodo: se il reggiseno poteva essermi scomodo come lo è per chiunque, non portarlo significava sudare costantemente anche con zero gradi, non avere piena libertà di movimento, doverlo tenere con le mani persino quando facevo le scale in casa».

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Courtesy of Mia

La 25enne ha poi spiegato come tutto ciò ha avuto luogo nella pratica: «Ho iniziato il processo per poter operarmi attraverso il Servizio Sanitario Nazionale ormai circa un anno fa: il mio medico di base mi ha mandato al reparto chirurgia plastica dell’ospedale più vicino alla mia zona, per una visita che confermasse che il mio potesse essere considerato un intervento per motivi di salute e non estetici, dovuto appunto al fatto che ho un seno molto pesante rispetto a quella che è la mia corporatura. Una volta ricevuta questa certificazione, sono stata messa in lista d’attesa per poter fare l’intervento con la mutua a costo zero. Mi hanno subito detto però che la lista di attesa sarebbe stata di 4 o 5 anni. Se avessi voluto farlo subito invece avrei potuto farlo presso l’ospedale pubblico a un prezzo calmierato rispetto a quello di una struttura privata, avendo in più il vantaggio di qualche giorno di ricovero post operazione in cui sarei stata seguita, e un contatto diretto col chirurgo anche nelle settimane successive, che infatti ha svolto un lavoro di cura straordinario nei miei confronti, non facendomi mai sentire sola. In realtà il prezzo calmierato dell'ospedale pubblico risulta comunque essere proibitivo per molti – io ho speso 6500 euro, incluse le protesi, con un ritorno del 19% che dovrebbe essermi detratto dalle tasse l'anno prossimo –, mentre da quello che so, in una struttura privata si va dai 7000 ai 10000 euro».

Mia ci ha lasciato con una riflessione riguardo le percezioni sociali di un'operazione come la mastectomia riduttiva: «Credo che ci sia ignoranza rispetto a questo intervento come in realtà per qualsiasi cosa riguardi la salute delle donne e delle persone con un seno. Essendo il seno intrinsecamente sessualizzato, credo che ogni tipo di modifica ad esso attragga le domande indiscrete di chi pensa ancora che i nostri corpi siano oggetti per il consumo pubblico. Ho molti clienti che comprano le mie foto e video proprio per il mio seno grande, e dopo aver postato le foto di quello nuovo, in molti mi hanno detto che lo preferivano prima, ma non importa. Mi sono a lungo chiesta, proprio perché sono stata, contro il mio consenso, identificata con il mio seno per tutta la vita, quali effetti avrebbe avuto sulla mia identità e sulla percezione che ho di me. Ho anche riflettuto, pur sapendo che lo stavo facendo per una questione di salute e non per estetica, se cambiare una parte di me stessa con la chirurgia mi avrebbe in qualche modo compromessa, se potesse essere letto come un non accettarmi per quello che sono. La felicità che sto provando in questi giorni mi ha convinto che ho fatto la scelta giusta, e mi ha ricordato le sagge parole di Agrado, un personaggio transgender del film di Almodovar Tutto su mia madre: "Una persona è tanto più autentica quanto più assomiglia a ciò che ha sognato di sé stessa"».

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Elena Quadrio

Mi piace ricercare e sperimentare, lo faccio da sempre attraverso il beauty, ma soprattutto la scrittura. Di solito per descrivermi lascio parlare la mia carta astrale: sole in Capricorno, luna e ascendente in Aquario. Tre cose su di me: sono cresciuta innamorandomi della letteratura, ma sogno ancora di fare l’attrice e ogni tanto dico in giro di esserlo. Persona preferita: Audre Lorde.