Avete mai provato che bel giro fa un cerchio che si chiude? Guardarlo da dentro, mentre le due estremità si toccano. Quella di partenza, ferma, e quella di arrivo, che la raggiunge. Stare nel cuore, del cerchio. E da lì godervi lo spettacolo, questo miracolo segreto di sentirsi al posto giusto nel momento giusto perché nessun altro posto e nessun altro momento lo sarebbe più di quello in cui siete?

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Sabato 10 giugno, mentre a Roma Pride il nostro carro di Cosmopolitan, una pennellata di magenta contro il cielo blu, attraversava a passo d’uomo tutta l’umanità stupenda (oltre un milione di persone) e al patrocinio di “Per chi sei e chi diventerai” toccava in parata via dopo via le strade della mia infanzia, il bar dove accompagnavo mia nonna a prendere le pastarelle la domenica mattina, la sala da pranzo dove giocavo con mio nonno, la scuola dove si sono conosciuti i miei genitori, i Fori imperiali dove con la mia invece andavamo in gita, i mercati di Traiano dove diedi quel bacio a lui, dentro un principio d’estate sulla pelle così simile a quello in cui poi mi innamorai di lei, mentre mi arrivavano da casa a Milano le foto di mia figlia, tre anni, pronta per la finale di Champions, ho sentito che bel giro fa un cerchio che si chiude.

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Lavinia Farnese, il team di Hearst Magazines e Cosmopolitan Italia presente al Pride di Roma.


E il personale, quello mio ma anche sono certa quello di ognuno che avevo intorno, si faceva potente, politico, e Paola & Chiara, icone per la comunità LGBTQIA+ e per la GENZ, firmavano le copertine del numero in edicola, e Boss Doms teneva la musica, e Beatrice Quinta, Rose Villain, Muriel e le ragazze stupende della redazione di Cosmo si lasciavano invece andare a lei, e ognuno si univa a Madame e Tananai, Elodie e Levante, Miriam Leone e Achille Lauro, nel dirci la propria per la nostra serie video social su che cos’è Libero Amore, su che cosa significhi, insomma, quell’amare liberamente per cui eravamo in così tanti lì, Libero Amore dove sta tutto il contrario dell’amore tossico, da tener nascosto, e proteggere da quella paura che produce invece l’avere nel cuore un amore ancora senza diritti.


Scriveva Victor Hugo: nulla è più forte di un’idea il cui momento è giunto. I bambini - di cui era piena ogni piazza, che si affacciavano alle finestre, sia figli di mamme e papà, che di due madri o due padri, o solo di una o nessuno - stanno crescendo. Non è più tempo di aspettare, non ce n’è.

Lavinia Farnese

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