In un passaggio rivelatore di Spare, l'ormai celeberrima, stra-analizzata e iper-venduta autobiografia del principe Harry scritta a quattro mani con J.R.Moehringer, il duca di Sussex racconta il suo periodo più oscuro, quello in cui ha avuto a che fare con il disturbo post traumatico da stress e gli attacchi di ansia e panico. Nel segmento del libro dedicato alla narrazione di questo baratro, in cui il principe sostiene di essersi spesso e volentieri rinchiuso nel suo appartamento per evitare la folla e i paparazzi, allontanando amici e parenti in preda a un forte stato depressivo, Harry ha citato una serie che ha contribuito a farlo sentire meno solo: Friends, la serie-comfort per eccellenza.

La tv accesa su un episodio casuale mentre mente e corpo si struggono alla ricerca di un equilibrio, la voce amica di personaggi irreali eppure così tangibili, la rassicurante occorrenza di gesti, battute, sguardi e dinamiche è ciò che fa di un prodotto televisivo un contenuto comfort. Non vale solo per Friends, che pure è diventato negli anni, e per milioni di persone in tutto il mondo, un punto di riferimento emotivo di inestimabile valore psicologico. The big bang theory, How I met Your Mother, Gilmore Girls e Grey's Anatomy sono i titoli più ricorrenti quando si parla di serie comfort: show che rispondono al millimetro alla definizione che ne fa Urban Dictionary, ovvero

Come i comfort film, una serie comfort è uno show televisivo che si guarda per stare meglio quando ci si sente giù, uno show capace di evocare sentimenti positivi nella persona che lo guarda

Il successo che questo tipo di serie ha sulle piattaforme di streaming - intramontabile, con numeri da far invidia alle nuove dai budget stellari - la dice lunga sul potere che certe sceneggiature hanno sulla mente degli spettatori: sono un balsamo, in alcuni casi persino un antidolorifico. In Spare del principe Harry, milioni di lettori riconosceranno sé stessi nelle pagine in cui l'autore svela di aver superato indenne molte serate emotivamente difficili e di essersi sentito meno solo con la voce di Monica, Ross e Chandler in sottofondo.

In certi casi, addirittura, film e serie comfort possono convalidare o supportare percorsi di terapia (si chiama Filmtherapy); in molti altri, quelli di cui più comunemente fanno esperienza le persone, questo tipo di prodotto diventa scudo contro la solitudine, trigger per la nostalgia, che non sempre è emozione negativa e lenitivo per l'ansia.

Identikit della serie comfort

los angeles august 29 who wants to be a godparent ” when lily and marshall cant decide on godparents for marvin, they put the gang to the test to see who would make the best one, on how i met your mother, monday, oct 15 800 830 pm, etpt on the cbs television network pictured left to right jason segel, alyson hannigan, josh radnor, neil patrick harris and cobie smulders photo by cliff lipsoncbs via getty imagespinterest
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How I Met Your Mother è un’altra serie spesso citata come comfort dagli spettatori

L'influsso benefico di serie come Friends sulla mente è dato, in primo luogo, dalla ripetizione. Se la novità spaventa, il "già visto", invece, rassicura. Un po' come se ci si rinchiudesse in un bozzolo: il mondo è fuori e si è consapevoli che non può trattarsi di una sistemazione duratura, che l'evoluzione naturale delle cose, a un certo punto, ci condurrà oltre le sue pareti. Ma per un breve lasso di tempo ci si può concedere una pausa al suo interno. Attaccare un episodio causale di Friends o similari è il modo in cui rendiamo quello spazio più a misura di rifugio.

Il prodotto televisivo tipo che risponde ai requisiti di comfortness è strutturato in puntate brevi - 30, massimo 40 minuti - la cui trama verticale (quella relativa all'episodio, che inizia e si conclude nell'arco della puntata) è facile da seguire e quella orizzontale (quella, invece, che si evolve per l'intera durata della stagione o addirittura della serie) è lineare. Il cervello non deve impegnarsi troppo a seguire dialoghi e scene, perché sono episodi che già visti decine di volte, che non necessitano di particolare concentrazione per essere compresi o assimilati. I protagonisti sono quasi tutti funzionali - non hanno particolari problemi, non riflettono gli stati di ansia, depressivi o di angoscia dello spettatore, dunque garantiscono quasi sempre il lieto fine.

L'effetto nostalgia, infine, riporta a tempi migliori, quelli della prima visione di quel dato episodio o della serie nella sua interezza, ancor di più se risale all'infanzia o alla prima adolescenza quando i problemi, le aspettative e le responsabilità non erano probabilmente task all'ordine del giorno. Le sit-com racchiudono, per la loro struttura tecnica (sono brevi, gli episodi possono essere guardati in modo randomico, sono leggere e divertenti, non è necessario impegnarsi per capire cosa succede) tutti i requisiti necessari per diventare serie comfort, ma negli ultimi anni anche show di successo come Bridgerton, che ricalcano schemi ancora più articolati, sono entrate nello stesso immaginario collettivo.

Risultato: Ross che urla a Rachel «We were on a break!», Barney Stintson che dice «Legen... wait for it... dary» o Meredith che confessa alla sua amica Christina che lei è la sua «persona» diventano mantra protettivi contro la solitudine, briglia che concede (per un lasso di tempo breve ma spesso salvifico) il controllo sugli eventi e chiave per ritrovare la calma e l'equilibrio. Non sarà duraturo né curativo sul lungo termine, ma fanno da àncora in quei momenti in cui sembra di andare alla deriva. Vale per i principi e per le persone comuni: quando si ha bisogno di pace, certi rimedi sono universali.