Ashley Park e il successo a Broadway con Mamma Mia! e The King and I suggellato dalla nomination per un Tony Award nel 2018 per la sua interpretazione encomiabile di Gretchen Wieners nel musical Mean Girls. E poi la popolarità mainstream con Emily in Paris e il concentrato di risate, moda e musica della sua Mindy Chen. Nel passato dell'attrice californiana non solo premi e lustrini, ma anche un momento difficile affrontato con forza e coraggio che l’ha resa «una persona più forte». Parlando con il Sunday Times, Ashley Park ha ricordato la sua battaglia contro la leucemia.

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Aveva 15 anni Ashley quando le è stata diagnosticata la leucemia. Sei cicli di chemioterapia e otto mesi di ricovero in ospedale che hanno segnato la sua adolescenza cambiandola profondamente. «Quando ho sconfitto il cancro, ho sentito che l'avrei fatto vincere se avessi lasciato che mi definisse», ha detto la 31enne al Sunday Times ricordando la sua reazione alla malattia e il desiderio di riappropriarsi della sua vita, »ho perso un semestre di scuola ma non volevo tornare indietro e ripeterlo, volevo continuare con la mia vita e mi andava bene essere un semestre indietro rispetto agli altri».

«Penso che non voler essere definita dalla malattia mi abbia reso quello che sono oggi», ha continuato, «mi ha sicuramente reso più resiliente, ma penso di essere sempre stata così. Penso che mi abbia reso più orientata alla soluzione piuttosto che al problema».

Proprio in quel periodo è sbocciato il suo amore per il teatro. Grazie alla fondazione Make-a-Wish, che realizza i desideri dei minorenni affetti da gravi malattie, ad Ashley è stata data la possibilità di vedere un suo sogno esaudito. Così dalla California è volata a Manhattan per assistere alle produzioni di Broadway di A Chorus Line, The Lion King, Spring Awakening e Wicked. «Non appena sono uscita dall'ospedale, tutto quello che volevo fare era stare con la gente», ha ricordato. Il teatro le ha dato la possibilità di evasione e condivisione che stava cercando: «Indossare una parrucca, scarpe e costume di scena ed essere una persona diversa è stata la migliore via di fuga dall'essere solo la ragazza che aveva il cancro».

Oggi con la terza serie di Emily in Paris in uscita e il calore della gente, arriva l'ennesima conferma che la strada intrapresa è quella giusta.