In questi giorni si parla tanto di sovraesposizione dei minori sui social, un tema così complesso e sfaccettato in cui si inserisce anche la rappresentazione della maternità, spesso distorta e disfunzionale, che viene veicolata sul web. Un racconto patinato, in cui tutto è perfetto, non esiste stanchezza e capelli fuori posto. Una narrazione edulcorata e parziale che spesso può provocare, a chi ha lo smartphone in mano, sentimenti di sconforto e inadeguatezza. Il baby blues c’è sempre stato ma oggi può essere ancora più violento. Ne ha parlato anche Kylie Jenner nell’ultima puntata del reality The Kardashians. «È stato davvero difficile (…) ho pianto per, tipo, tre settimane. Ogni giorno finché non dovevo sdraiarmi sul letto da quanto mi faceva male la testa». Che cos’è il baby blues, come si riconosce, come intervenire è perché è sbagliato confonderlo con la depressione post partum.

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«Non sono un medico, ma ho letto su Google che lo chiamano baby blues quando non dura più di sei settimane. E dopo circa sei settimane, ho iniziato a sentirmi meglio. Ma ho sicuramente avuto un baby blues», ha continuato Kylie che è diventata mamma per la seconda volta a febbraio parlando con la sorella Kendall. Secondo le statistiche pubblicate sul sito del Ministero della Salute, «il 70-80% delle puerpere sperimenta il cosiddetto baby blues» un disturbo in parte fisiologico perché causato dai cambiamenti ormonali (nel dettaglio l'abbassamento repentino di progesterone ed estrogeni), ma soprattutto mentale. Con la maternità, la neomamma si trova a costruire nuovi equilibri e una nuova identità personale sperimentando una sorta di perdita del sé e dei propri riferimenti costruiti fino a quel momento. Si tratta di trasformazioni titanici sul piano fisico, psicologico e relazionale che possono mettere davvero a dura prova.

Quando il malessere è passeggero e si risolve nel giro di poche settimane si parla di baby blues, termine coniato dal pediatra e psicoanalista inglese Donald Winnicott per definire i sintomi di umore instabile, crisi di pianto, stanchezza, sconforto e tristezza che spesso vive la donna nei primi giorni dopo il parto e per le prime due/tre settimane. Proprio per lo stato temporaneo non è necessario rivolgersi a uno specialista (anche se non può che fare bene, ricordiamolo sempre). Importante è aprirsi con la propria cerchia di affetti e farsi accompagnare nel difficile periodo di adattamento. Anche gli uomini possono soffrire di baby blues per gli stessi motivi di cui sopra: mancanza di sonno, stress, difficoltà nell'adattarsi al nuovo ruolo e alla nuova vita e la paura di non riuscire a soddisfare le aspettative proprie e degli altri.

Se il malessere persiste e si acuisce con sintomi simili a umore depresso, perdita di interesse e piacere, ridotte energie, deficit di fiducia e autostima, sensi di colpa eccessivi, difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno e dell'appetito, andando a inficiare anche le capacità di accudimento allora è il caso di contattare una specialista (psicoterapeuta e psichiatra) che nel caso diagnosticherà la depressione post partum e individuerà la giusta terapia da seguire.

L’immagine ideale della neomamma felice e sempre radiosa su cui ci si imbatte costantemente oltre ad essere fuorviante può essere anche pericolosa, idem per foto di corpi perfetti e racconti di una felicità obbligata e immediata. «La società di oggi, che sempre più spesso lancia messaggi sbagliati e confusivi non aiuta la donna in questa delicata fase della vita», spiega Guidapsicologi,it, «i "miti" sulla maternità posso infatti creare aspettative irrealistiche, che possono portare una madre in difficoltà a provare veri e propri sentimenti di fallimento».

Ecco perché il messaggio di Kylie, 372 milioni di followers e una cassa di risonanza unica, è un forte segnale per sdoganare stereotipi e abbattere tabù. «Voglio solo dire alle mamme che il postpartum non è stato facile», aveva raccontato in alcune Instagram Story lo scorso marzo, «è molto difficile. Non è facile né mentalmente, né fisicamente né spiritualmente. Non volevo tornare sui social come se nulla fosse per rispetto delle altre mamme che stanno attraversando questo momento».