L'iconografia dell'orgasmo femminile ci restituisce spesso immagini stereotipate, con mani che stringono lenzuola e teste che si riversano all'indietro come in preda a una visione mistica. Per non parlare del porno, che invece rappresenta l'orgasmo delle donne come qualcosa di ovvio, automatico, spesso addirittura simultaneo a quello del partner.

Raggiungere il piacere però, non è una skill con cui si nasce in quanto esseri dotati di apparato sessuale, di clitoride e di vagina. O meglio, c'è chi non ha problemi ad avere un orgasmo, ma c'è anche chi non ne ha mai provato uno, o chi demorde prima, chi rinuncia perché non sa come dire al partner cosa desidera e come, chi pensa che non provare piacere sia la norma e non tenta neppure. Questo divario si chiama orgasm gap, ed è una questione fortemente dibattuta in ambito femminista, non solo in ottica politica ma soprattutto in quella del benessere sessuale. Nei giorni scorsi ne ha parlato anche Aurora Ramazzotti in una delle sue storie su Instagram, invitando le sue followers a chiedere di meglio e di più a letto, spiegando ciò che desiderano senza misteri, per prendersi tutti gli orgasmi del mondo, e anche di più.

Oltre la questione di genere

Il gender orgasm gap va oltre la questione di genere perché non riguarda solo le donne eterosessuali, che in effetti sono il target principale degli studi sul tema, ma abbraccia anche altri orientamenti. Si tratta, in pratica, di un divario del piacere che implica meno orgasmi per le donne rispetto agli uomini: secondo una ricerca del 2016 che si chiama Differences in Orgasm Frequency Among Gay, Lesbian, Bisexual, and Heterosexual Men and Women in a U.S. National Sample che ha analizzato la frequenza degli orgasmi di oltre 52 mila uomini e donne etero in America, ben il 95% dei primi raggiunge sempre il piacere, contro il 65% della controparte femminile.

Le ricerche di questo tipo si sprecano: per approfondire il tema gli studi più interessanti sono quelli della sessuologa Laura Mintz, che da anni divulga (anche nelle scuole) su questi temi sia per normalizzare il dibattito, sia per aggirarne i limiti. Secondo la dottoressa Mintz, l'orgasm gap ha origini fortemente culturali, radicalizzate in società in cui lo stigma della religione, il maschilismo, l'iconografia sessuale che punta al machismo ridimensiona le donne a mero oggetto del piacere, a strumento vivo per favorire il partner - spesso un uomo - e la sua soddisfazione.

Tutti gli studi, gli approfondimenti, i sondaggi sul tema - sono tantissimi, e analizzano punti di vista svariati - riportano lo stesso nodo: le donne a letto tendono ad aspettarsi di meno, dunque nella maggior parte dei casi si accontentano di rapporti insoddisfacenti e si convincono che ci sia più gioia nell'aiutare il partner a raggiungere l'orgasmo che non a perseguire il piacere individuale. I ricercatori dello studio Orgasm Frequency Predicts Desire and Expectation for Orgasm: Assessing the Orgasm Gap within Mixed‑Sex Couples pubblicato su Sex Roles, hanno confermato che «le aspettative sono plasmate dalle nostre esperienze, quindi meno orgasmi hanno le donne, più si abitueranno a non raggiungerlo in occasioni successive». Con conseguenze non soltanto sul piacere istantaneo, ma anche sul benessere sessuale e psicologico e sull'autostima.

Le origini di questo divario sono culturali, come già visto, ma possono avere anche radici psicologiche individuali, oltre che sociali: basti pensare all'assenza, praticamente totale, dell'educazione sessuale nelle scuole italiane, che aiuterebbe e non poco a diffondere una corretta conoscenza del corpo, degli apparati sessuali maschili e femminili, di un'anatomia che non si esaurisce solo nel dare un nome alla carne ma punta alla consapevolezza piena e totale. I miti del sesso come il punto G, l'incompetenza del clitoride che non concede sconti quando si tratta di discutere e "sfruttare" tutte le potenzialità di questo organo potentissimo, sono frutto di secoli di tabù, stigma, silenzi, abitudini internalizzate o imposte. Convinzioni che possono essere sgretolate discutendone apertamente, leggendo approfondimenti sul tema o persino andando al cinema: il film con Emma Thompson Good Luck to You, Leo Grande è un bell'esempio di come si possa iniziare la spedizione per ritrovare l'orgasmo perduto con leggerezza e ironia, sovvertendo la regola di Hollywood che vuole donne sempre pronte a venire, ancora e ancora, senza particolare sforzo o impegno.