La settimana scorsa abbiamo preso un brutto spauracchio: la Camera dei Deputati ha respinto l’emendamento che stavamo aspettando da tanto tempo per introdurre nel Codice Penale il reato di revenge porn, cioè la vendetta attraverso l’estorsione sessuale o la diffusione di foto o video privati senza il consenso della persona coinvolta.

Ieri con 461 voti a favore l’emendamento è stato approvato e a breve si trasformerà in una legge, per proteggere tantissime persone, soprattutto giovani donne (ma è una lotta senza genere, né età) che potrebbero diventare vittime di questo subdolo reato.

Su Cosmo abbiamo scritto molto di sextortion, l’estorsione sessuale, con le testimonianze di chi ne è stato vittima: le sfumature sono moltissime e i danni, psicologici e sociali, incalcolabili.

La mamma di Tiziana Cantone, la ragazza che nel 2016 si è tolta la vita dopo che alcuni suoi video privati sono diventati virali, ieri in Parlamento ha esultato accanto a Laura Boldrini, la parlamentare che ha portato avanti questa battaglia per trasformarla in una legge.

"Oggi per me è un giorno speciale. Nessun'altra deve attraversare l'inferno che ha dovuto subire Tiziana"

In molti paesi europei il revenge porn è un reato: Francia, Regno Unito, Scozia, Malta, Irlanda del Nord hanno introdotto questo crimine nel 2016. In molti stati americani, tra cui le Hawaii e la Georgia, viene punito già dal 2014. Nelle Filippine già da 10 anni. Anche in Canada, Israele e Giappone diffondere video privati viene punito dalla legge.

La pena è ancora più severa se a diffondere foto e video è il tuo ex, o qualcuno con cui hai avuto una relazione sentimentale o sessuale. Un grande passo avanti per rendere più rapido ed efficace l'iter legale in caso di violenza sulle donne, che nella stragrande maggioranza dei casi viene perpetrata proprio dalle persone che dovrebbero volerti più bene, tra le mura di casa dove in teoria dovresti sentirti al sicuro.

Il reato di revenge porn rientra nella violenza psicologica, uno dei cinque tipi di violenza assieme a quella sessuale, fisica, economica e stalking di cui sono maggiormente vittime le donne.

Un po' di storia sulle leggi che ci hanno protetto (o costretto) alla violenza, finora

Solo molto recentemente la violenza all'interno della coppia ha iniziato ad essere considerata un abuso che come tale va punito. Fino al 1981, con la revisione del Diritto di Famiglia italiano, erano previste pene attenuate per chi uccideva il coniuge fedifrago: tradotto in parole più semplici, se la moglie tradiva il marito e lui la ammazzava per difendere la propria reputazione (l'onore, appunto), il giudice chiudeva un occhio. Nella stragrande maggioranza dei casi la legge si applicava per tutelare mariti che commettevano uxoricidio, anziché viceversa.

L'articolo 544 del Codice Penale, abolito poi negli anni Ottanta, prevedeva il matrimonio riparatore per le donne che venivano stuprate. Ha fatto storia il caso di Franca Viola una ragazza siciliana che fu rapita e stuprata quando aveva appena 17 anni e, dopo essere stata liberata, si rifiutò di sposare l'uomo orribile che l'aveva violentata. Ma per la legge dell'epoca avrebbe dovuto farlo, perfino i suoi genitori e la polizia erano d'accordo, facendo passare il rapimento per una "scappatella" consenziente. Allucinante! Eppure fino a 37 anni fa se venivi violentata da qualcuno, non solo lui la passava liscia ma te lo dovevi sposare. 😱

Fino agli anni Settanta, l'articolo 559 del Codice Penale, che è stato dichiarato incostituzionale nel 1968 e quindi abolito, prevedeva una punizione per le donne che tradivano il marito, che rischiavano uno o due anni di reclusione (a seconda se il tradimento fosse una botta e via, o una relazione vera e propria). Viceversa, i mariti non erano toccati da questa legge e potevano tranquillamente cornificare la moglie senza essere puniti.

In Italia la legge sullo stalking è arrivato nel 2009: fino a dieci anni fa non esisteva il reato, ti immagini? Chiunque poteva appostarsi sotto casa tua, inseguirti al lavoro, perseguitarti (rientra appunto nel reato di atti persecutori) ed era perfettamente legale.

L'emendamento approvato ieri sul revenge porn è un nuovo passo avanti verso un traguardo che pian piano, troppo piano, si avvicina, ma nella realtà è ancora drammaticamente lontano. Quello di una vera giustizia per le donne che subiscono violenza.