Cosa ci sarà di così scandaloso nella foto di un uomo con la borsa? Forse il fatto che sia nudo? Sì ok, ma non si vede nulla. Forse il fatto che abbia i capelli lunghi? Del resto se c'è chi si scompone per un uomo con le trecce... O forse è la posa a colpire gli animi più puritani? Sarà un insieme delle tre cose, ma quel che è certo è che l'ultima campagna pubblicitaria di Valentino è diventata bersaglio di critiche e attacchi sui social. "Questa immagine mi disturba", scrive qualcuno, "Non dovrebbero vederla i bambini", fa eco un altro utente, "è disgustoso". E alla fine il problema è sempre lo stesso: smantellare gli stereotipi di genere, anche a livello visivo, fa paura, c'è poco da fare.

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Il punto è che l'immagine scelta per pubblicizzare la nuove bag Roman Stud che vede ritratto il modello classe 1993 Michael Bailey-Gates adotta un approccio gender fluid e mette in discussione i canoni standard aprendo a nuove possibilità estetiche al di là del binarismo di genere. Niente cross-dressing questa volta, ma il modello pur essendo nudo riesce comunque ad apparire "ambiguo" e dunque a sconvolgere i più. Sarà per i lunghi capelli biondi, sarà per la borsa, sarà per i lineamenti dolci, ma io credo sia sopratutto per la posa. Non c'è virilità nella foto scelta da Valentino. Non c'è potenza, machismo, non c'è forza, non ci sono tutti quegli elementi visivi che rimandano alla mascolinità classica. Se ci fosse una donna al posto di Bailey-Gates nessuno avrebbe nulla da ridire. Questo la dice lunga su quanto le pubblicità ci abbiano abituati a determinati canoni creando una nomenclatura visiva che, quando viene a mancare, crea disagio ai più conservatori.

il modello nudo di valentino che ha fatto scandalopinterest
Kevin Tachman/MG19//Getty Images
Pierpaolo Piccioli con le modelle Adut Akech e Naomi Campbell

"Dopo aver pubblicato la foto molte persone hanno reagito con commenti pieni di odio e di aggressività", ha scritto su Instagram Pierpaolo Piccioli direttore creativo della maison, "Il mio lavoro è fornire la mia visione della bellezza in base ai tempi che stiamo vivendo e la bellezza e chi consideriamo bello sono un riflesso dei nostri valori". Il designer è da sempre molto attento a diversity e inclusion e la sua arte passa attraverso un ripensamento dell'immagine in chiave spesso anche politica. Secondo Piccioli "Stiamo assistendo a un grande, enorme cambiamento nel genere umano" che comprende una maggiore inclusione e attenzione alle discriminazioni. "I movimenti di autocoscienza sono tutti guidati dalla stessa idea", spiega, "l'evoluzione è possibile se l'uguaglianza è possibile, se è possibile inclusività, se i diritti umani sono difesi e la libertà di espressione è protetta e nutrita". Eppure c'è chi, davanti a qualcosa che non si riesce immediatamente a etichettare, reagisce con aggressività. "L'odio non è una forma di espressione", continua lo stilista, "l'odio è una reazione alla paura che facilmente degenera in violenza: può essere un commento o un'aggressione a due ragazzi che si baciano in metro". Dividere il mondo in modo rigido tra maschile e femminile potrà sembrare più semplice a qualcuno (a chi ci si riconosce) ma limita e opprime chi non rientra in questo schema binario. Uscire dalle norme di genere, anche tramite un cambiamento dell'estetica, apre a maggiori possibilità e quindi a maggiore libertà. Ma forse è proprio questo, infondo, che ancora fa paura.