Il 28 gennaio 1985 è una data storica nel mondo della musica. In gran segreto, in uno studio musicale di Los Angels al termine degli AMA la premiazione musicale più importante dell’anno si sono riuniti più di 40 artisti per registrare "We are the world". Harry Belafonte ha l’idea. Chiama il pià grande agente delle star che chiama Lionel Richie che chiama Michael Jackson, che chiama Quincy Jones. Stevie Wonder non risponde al telefono (ma arriverà dopo). Una catena di contatti, amicizie e connessioni, quando Bruce Springsteen dice sì, si può chiamare anche Bob Dylan. Tutti i più grandi nomi del momento (e ancora di oggi) accettano. Tranne Prince, atteso fino all’ultimo, con la parte assegnata, che non si presenta. E Madonna, che non viene invitata, preferiscono Cindy Lauper. Le grandi star, insieme per una notte, per donare tutti i proventi in beneficenza. Il brano, diffuso nello stesso momento in tutto il mondo, raccoglie 80 milioni. E ancora oggi continua a raccoglierne.

È una notte incredibile e il documentario crea una magia. Non solo esce un racconto perfetto di quel che era la discografia allora, tra agenti, telefoni con il filo, rubriche su carta in grandi valigie, cassettine demo da spedire fisicamente. Non solo ripercorre la nascita dell’idea e la scrittura quel brano in pochi giorni, con Lionel Richie nella villa di Micheal Jackson, circondato da serpenti, scimmie e merli.

We are the world: la notte che ha cambiato il pop è soprattutto uno sguardo negli occhi e nel cuore di quelle grandi star. L’ansia, la voglia di far bene, il mettersi a disposizione, il capire che esserci può significare far qualcosa di grande oppure non capirlo per niente ma realizzarlo nel momento in cui si mette piede nella sala. Artisti spogliati dal proprio ego, indifesi di fronte al microfono con la paura di far brutta figura davanti ai colleghi, la perfezione di altri.

Tra le voci dei protagonisti che oggi possono ancora raccontare, il ricordo dei giganti che non ci sono più, si vedono le espressioni, i fastidi, la gioia, l’emozione. Ma soprattutto l'emozione arriva a noi che guardiamo, come un pungo nello stomaco, sulle note di un brano pop che ancora oggi suona perfetto, attraverso il messaggio che ha voluto mandare. Che a rileggere il testo oggi ci si chiede come sia possibile che a distanza di 39 anni siamo ancora fermi lì.

È la cosa più bella che vedrete oggi perché semplicemente è un capolavoro. Guardatelo.