Uscito in sala a maggio del 2022 è ora disponibile su Prime Video il docufilm scritto e ideato da Claudio Cabona con la regia di Yuri Dellacasa e Paolo Fossati. Un incontro tra generazioni, nella città che da sempre è culla di parole e musica. Parlano gli autori del passato: da Vittorio De Scalzi nella sua ultima intervista a Max Manfredi, a Fabrizio De André, in ogni strada, luogo e racconto, con il figlio Cristiano che ne porta avanti l’eredità. E ci sono i nuovi nomi in ascesa, i ragazzi che disco dopo disco si stanno impadronendo delle classifiche, portando avanti la tradizione di grandi parolieri, rinnovando i suoni e le modalità.

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Tedua, Bresh, Izi, Disme, Vaz, tra gli altri. Protagonisti della musica che ascoltiamo, ascoltatori della musica che fu e a cui, lo ammettono, devono tanto: «Finalmente il docufilm è accessibile a tutti», dichiarano autore e registi, «dall’uscita del progetto nei cinema molti eventi ne hanno segnato il percorso: dalle carriere sempre più in ascesa di Tedua, Bresh e di tanti altri volti presenti nel documentario, all’addio a un grandissimo artista e amico, Vittorio De Scalzi, che siamo onorati di avere intervistato per l’ultima volta, fino al riconoscimento del Premio Tenco a Marracash, auspicato e incoraggiato dallo stesso film. Crediamo che questa pellicola possa rimanere nel tempo e raccontare un movimento culturale che c’è stato, c’è e ci sarà».

Colpisce l’immaginario estetico della città, tra palazzi antichi e carruggi, tra onde del mare e navi del porto. Genova è bella, Genova è ricca. Di arte, di vita e di storie. Attraverso questo racconto di immagini e parole è forte la sensazione della magia di questo territorio che trasforma la vita in musica. Affascina il dialogo di Gino Paoli con Tedua, intenerisce quello di Cristiano De Andrè con Bresh.

Passato e presente che si incontrano e si mescolano, andando alla ricerca delle radici comuni e di quel bisogno di mettere in musica i propri pensieri e sentimenti.
Cambia la musica, cambiano gli artisti, ma quel che è certo è che non cambia l’esigenza che nasce da quel pezzo di Liguria di esprimersi partendo da una chitarra in mano, per consegnare un pezzo di sé a chi ascolta. Da vedere.