I Måneskin vanno di fretta. Corrono, rotolano, si capovolgono. Fino a finire sdraiati per terra, ma solo per guardare in faccia il mondo e loro stessi. Dopo due anni che nessuno dei quattro avrebbe mai immaginato, nemmeno nei sogni da bambini, Damiano, Victoria, Ethan e Thomas tornano con un nuovo album, Rush!, disponibile dal 20 gennaio in tutto il mondo.

Diciassette brani, che abbiamo ascoltato in anteprima, registrati tra Tokyo, Los Angeles e l'Italia, e che raccontano come va la loro vita da quando hanno stretto tra le mani il primo posto di Sanremo, poi l'Eurovision e da lì hanno iniziato a correre davvero. Senza mai guardarsi indietro. Viaggi intorno al mondo, concerti sold out, festival, ospitate tv, miliardi di stream. Ad attraversare l'album, prodotto da Fabrizio Ferraguzzo e Max Martin, lo stesso di Britney Spears e Katy Perry, con tre brani in italiano Mark Chapman, La fine e Il dono della vita, è il rock anni '70/'80 quello che non hanno mai voluto tradire.

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La copertina dell’album Rush!

I pezzi sono brutalmente onesti, puliti, sia sul piano emotivo che su quello del suono, con molti assoli. E in diverse tracce i Måneskin riflettono sul successo, sul suo prezzo, sulle notti di droga, di sesso e rock and roll. In Kool Kids, con marcato accento british, Damiano omaggia la cultura punk e dice che i cool kids «non usano il filo interdentale» e «non fanno uso di droghe, solo l'erba perché non è così forte».

C'è l'energia travolgente di Gasoline, il brano ora inciso che avevano portato su tutti i loro palchi dell'ultimo anno per dire fuck, Putin e no alla guerra. Ci sono i singoli già successi globali come The Loneliest e il nuovo Gossip con il feat di Tom Morello. C'è poi la ballata Timezone, in cui Damiano parla d'amore e lontananza: «L'unica cosa che ci tiene lontani sono 7 mila miglia, correndo come un cane pazzo/E non me ne frega un cazzo dei contratti che ho firmato, e possono dire qualsiasi cosa faremo l'amore, io ti scoperò stanotte», e il rock puro di Bla bla bla, in cui il gruppo si vendica: «Hai detto che sono brutto e che la mia band fa schifo, ma la mia canzone fa un miliardo di streaming. Baciami il sedere».

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Ilaria Ieie
I Maneskin


Ci sono le notti di Feel in cui «la cocaina è sul tavolo», e con ironia i quattro ritirano fuori il finto scandalo dell'Eurovision con tanto di test anti droga in diretta, in scaletta subito prima di Don’t wanna sleep. Ma chi vorrebbe dormire dopo due anni così? C'è spazio anche per la città che li ha accolti,Los Angeles, che diventa la città delle bugie, dove tutto ha un prezzo. Puoi diventare una star del cinema, ma «la merda resta sotto il tappeto». Dei tre testi in italiano, la sorpresa è Mark Chapman, dal nome dell’assassino di John Lennon, un brano che parla di fan che si trasformano in pericolosi stalker.

È la corsa travolgente dei Måneskin, vietato scendere. In copertina, dell'album, c'è una modella che prova a saltare i quattro. Li ammalia o li schiaccia? Chissà. I vent'anni sono sempre sul filo del rasoio, quelli dei Måneskin ancora di più. Il tour mondiale riparte il prossimo 23 febbraio, e farà tappa in tutta Europa, soprattutto in Italia. Si chiude quest'estate con quattro date speciali all'Olimpico di Roma e a San Siro, un paio già sold-out.

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I Maneskin

Intanto, continuano a mischiare sacro e profano. Il lancio dell'album a Roma, il 19 gennaio, è un matrimonio a quattro, come anticipato dalla marcia nuziale suonata da Thomas su un tetto con vista Fori Imperiali. Si dice che a officiare sarà Alessandro Michele.

Sempre sul filo del rasoio.