Una domenica al mare e poi la sera tutti a cantare con Ultimo. Così 28mila fan – provenienti in gran parte dal Nord Italia – hanno salutato il cantautore romano tornato al live, dopo due anni e mezzo di pandemia. C'era felicità e commozione negli occhi dell'artista 26enne, durante la data zero del suo Tour negli Stadi allo Stadio Comunale di Bibione, tutto esaurito. Un concerto che è stato anche una specie di liberazione per il cantautore, davanti al suo pubblico, dopo due anni e mezzo di silenzio live. Lo show è stato aperto da “Buongiorno Vita” per poi percorrere, lungo una scaletta di 24 brani e un corposo medley, cinque anni di carriera, a partire dall'album Pianeti del 2017 fino all'ultimo “Solo” del 2022. Tutti a cantare a squarciagola brani come “I Tuoi Particolari”, “Il Ballo Delle Incertezze”, “Piccola Stella”, “Tutto Questo sei tu” e “22 settembre” tra show pirotecnici sul palco con fuochi d'artificio e getti di fumo e momenti più intimi in acustico con un bicchiere in mano per brindare ai fan e il ritorno alla vita.

«Questo tour per me è speciale perché nessuno sa come ho vissuto questi per questi tre anni senza musica live», ha dichiarato Ultimo, quando lo abbiamo incontrato prima dello show. «Io faccio tutto per i concerti: mi alleno, incido canzoni e penso sempre al rapporto con il mio pubblico. Ho sempre cercato di essere fedele a me stesso e ai sentimenti che ho raccontato, perché mi sono accorto che molti miei fan si rivedevano in quello che cantavo. Io penso sempre ai fan che vengono ai miei concerti e riscoprono se stessi e si creano uno spazio, cantando. Cerco di fare al meglio il mio mestiere e anche se ci saranno alti e bassi, non voglio vivere con i rimpianti. Ho iniziato la mia carriera nel 2017 ed è un percorso che esiste da relativamente poco. Non mi posso sentire arrivato a 26 anni e ogni passo che faccio cerco di farlo lungo una strada in continua evoluzione che porta sempre a qualcosa di diverso».

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Foto di Francesco Prandoni

La popolarità e la fama spesso portano dietro una scia di haters e critiche. «In questi anni sono stato oggetto di attacchi, c'erano persone che pensavano che sarei scomparso. Io, di tanto in tanto, leggo questi messaggi e mi accorgo che tanto più hai successo, tanto più ti arrivano frasi di questo tenore. Sono anche scomparso dai social per un periodo perché a 23 anni volevo ritrovare un po' il senso della solitudine e staccarmi dal clamore che c'era attorno a me. Piano piano poi è cambiata la prospettiva e ho iniziato ad avere maggiori consapevolezze dentro di me».

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Foto di Francesco Prandoni

Ultimo, nonostante abbia solo 26 anni, ha un'identità definita. Gli abbiamo chiesto se, guardandosi indietro, riesce ad identificare un momento preciso che lo ha portato ad essere chi è oggi: «Quando ho scritto "Sogni Appesi", mi ricordo perfettamente quel momento e avevo circa 17 anni. Io ho un modo di scrivere 'disordinato', in genere scrivo prima il ritornello, poi lo special, poi passo alla prima strofa. E quando ho scritto quella frase 'dalla parte degli ultimi per sentirmi primo' (e ancora non avevo idea che Ultimo sarebbe stato il mio nome d'arte), lì ho capito dove doveva andare la mia musica, qual era il concetto intorno a cui doveva girare: provare a fare identificare in quello che scrivo tante persone, che magari non riescono a dare un nome ai loro pensieri e sentimenti. I ragazzi provano tanto, ma spesso fanno fatica ad esprimere quello che provano. E mi ci metto anche io. Le canzoni sono terapeutiche in questo senso e possono anche descrivere una generazione. Quello è stato il momento in cui ho capito cosa sarebbe stata la mia musica».

È proprio “Sogni Appesi” a chiudere il concerto di due ore, tra l'esplosione di coriandoli sul palco e il calore dei 28mila presenti. La commozione attraversa l'artista, che allarga le braccia al cielo felice come un bambino a cui hanno finalmente donato, dopo una favola nera di due anni, un regalo che desiderava da sempre.