I suoi capelli sono rasati, i suoi post su Instagram hanno sempre un asterisco, come quando saluta con "ciao amic*", e il suo nome è HU, come la dea egizia "non personificata e gender fluid [NdR. HU ride mentre ce lo dice] che dava agli uomini facoltà di pensiero e parola: la matrice che genera arte". Se parti da qui, puoi già farti un'idea di Federica Ferracuti, classe 1994 e cantante che a AmaSanremo 2020 su Rai1 ha presentato il suo brano Occhi Niagara, una ballad romanticona con quella cassa dritta da mondo electro-pop carico di energia e vibes da dancefloor. Nel suo testo del brano ci sono le cascate in cui si vorrebbe nuotare, gli amori che prima di viverli li sogni, quelle strane magie di felicità che sanno partire quando ti avvoltoli sul divano e pensi che ti basterebbe solo condividere un caffè e una doccia. Con frasi che si intrecciano alla musica così:

♪Ma vorrei due mazzi di chiave per la stessa porta
dividere il caffè e anche la doccia
ho fatto un salto nel vuoto nei tuoi occhi Niagara
il tuo nome è ma io ti chiamo casa

Ma faccio schifo su un divano con l’hendricks in mano
lascio tutto al caso, faccio tutto a caso
e poi arrivi tu con gli occhi Niagara
dove vorrei solo fare una nuotata
Niagara♫

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HU in questo 2020 ha deciso di partecipare alla corsa verso Sanremo 2021 che, come da tradizione, accoglierà i big e giovani promesse pronte a fare fuochi d'artificio e a sorprenderci. Un po' per come era successo nel 2019 con Mahmood e con la sua Soldi, che conquistò il primo premio arrivando per direttissima dal podio di Sanremo Giovani.

Prima ancora di approdare a questa esperienza HU aveva pubblicato il singolo NEON, in cui si parla di amore al lume di neon e di un mondo da regalare anche se non si ha niente. Vedi sempre alla voce: amori e cuore di panna.

HU, chi è la cantante di Ama Sanremo che viaggia nella matematica delle onde sonore

Lo step di HU sotto i riflettori televisivi racconta però solo in parte la sua storia, che è quella di chi fa musica e, ancora di più, di chi ha voglia di usare diverse chiavi comunicative per aprire porte su universi altri. A noi di Cosmopolitan ha riassunto così: "Il mio progetto non è solo musicale, ma è un progetto di comunicazione. Ho bisogno di comunicare, non mi definisco né una cantante né un’artista. La musica è stato solo il primo passo per farlo. Sono una grande amante dell’arte concettuale, ho creato un’installazione per la mia tesi di laurea. Mi piace costruire le cose e mandare messaggi". A dimostrare quello che dice c'è appunto quello che fa "Sto prendendo una laurea in Conservatorio a Milano, in musica elettronica, con focus sulla produzione algoritmica e quindi sulla matematica sul suono. Per farla breve: si studia la matematica e la fisica che permette di generare il fenomeno onda sonora in qualsiasi forma, per creare e progettare strumenti musicali, installazioni anche di ambito museale o programmare software per la produzione della musica".

Se a questo punto la sensazione è quella di avere a che fare con una piccola nerd appassionata della scienza della musica ma che sa spaziare in una costellazione di input, potresti essere sulla strada giusta della sua personalissima Via Lattea, il posto in cui probabilmente HU si troverebbe a suo agio, vista la sua passione per l'astronomia: "Sono una grande sognatrice razionale. Faccio progetti, immagino cose, sogno. Una parte di me è sempre con i piedi per terra, e questo mi aiuta a scindere quello che è possibile da quello che è impossibile, quello a cui devo stare attenta, da quello per cui posso lasciarmi andare".

Tutti questi stimoli volteggiano nella sua mente, mentre la sua giornata e la sua settimana viene organizzata a monte in ogni dettaglio ed è fatta di una routine asburgica che quasi smentisce la sua apparenza dura e purissima da clubber "La mia prima coinquilina a Milano mi ha detto tempo fa 'Fede, quando ti ho vista per la prima volta mi sembravi tutta rave e festini, ma poi ho scoperto che sei tutt’altro'". Quasi a dire che più creatura della notte in cerca di vita del dancefloor, si sente una che gode delle piccole (ma esplosive) cose.

Sarà perché HU il tempo tenta di prenderselo tutto, abbattendo la paura di sprecarne anche solo un briciolo "Tra le 5:30 e le 6 di mattina mi veglio, vado a correre, leggo le notizie, faccio colazione, la domenica faccio la to do list, poi la faccio giorno per giorno. In generale la mattina faccio quello che è burocratico, come rispondere alle mail o organizzare cose, poi spengo tutto, studio e produco. Il caffè ho quasi smesso di berlo, ho il cuore che va a mille, perché sono iperattiva. Sono sempre un fuoco". In tutto questo è lo sport che l'aiuta a scaricare tutto e fare pulizia "Lo faccio di prima mattina, perché ti rigenera, ti svuota la testa per preparare il terreno. Vado a correre, oppure faccio crossfit".

Può un taglio rasato parlare di coraggio e libertà nei difetti?

A raccontare ancora un pezzetto della storia di HU, poi, è la sua non-acconciatura, un taglio super rasato che è una scelta di vita e parla della sua voglia di affrontare tutto con il coraggio di essere se stesse senza troppi fronzoli. Ci ha raccontato così:

"Mi sono rasata tanti anni fa, con il rasoio di mio padre. Per i miei genitori l'impatto è stato devastante, ma anche per chi mi ha visto per la prima volta. Per me è stato naturale. Ai tempi vivevo a Fermo, una città che mi ha voluto bene, ma da quelle parti fa comunque effetto. Per me è stata una scelta necessaria, perché in quel momento della mia vita avevo bisogno di spogliarmi di tutto e mettermi a nudo. Ero stanca di tutte quelle cose di cui ci riempiamo per sentirci meglio. In una fase ero piena di piercing, poi li ho tolti tutti. Ora ho solo il septum al naso, ma ci sono affezionata. Non è necessario, però. Avevo bisogno di farmi coraggio, quando l’ho fatto ho pensato che ero davvero io, con tutti i miei difetti. Ed ero felice così. È stata a scelta nella vita che mi ha rivoluzionato".
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Courtesy Photo
HU, la cantante di Occhi Niagara.

Infine quando le abbiamo chiesto il suo guilty pleasure in questa vita in cui sembra che niente sfugga al suo controllo e alla sua voglia di mettere a fuoco, ci ha risposto due cose, una è un sogno, l'altra una sorta di ossimoro: "Vorrei una stanza a vetri con un sistema di sintetizzatori modulari, quelli fatti con un sacco di cavetti. L'altro guilty pleasure è sentirsi felice".

Come a ribadire ancora una volta che essere felici è una piccola cosa, quasi un piacere da tenere nascosto e non mostrare.

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