Ci sono posti leggendari la cui fama, esaltata da racconti euforici e un alone di mistero, ha scavato un solco nell'immaginario di tutti. Berlino ne custodisce almeno uno per cui vale la pena fare la coda chilometrica, almeno secondo chi ha avuto l'onore di essere selezionato (tra centinaia) all'ingresso. Si chiama Berghain, è il tempio della musica techno ed è un club esclusivo con una politica molto restrittiva (e altrettanto incomprensibile) all'entrata. Qui una squadra di Cerberi in carne e ossa ti attende per scremare la folla con un fine fiuto psicologico. A guidarli c'è una figura mitologica, si chiama Sven Marquardt, è il buttafuori ed è una delle ragioni per cui tutto può diventare imprevedibile. A lui è affidato il tuo destino: entrerai o non entrerai dopo aver aspettato lì fuori per ore (e sotto pioggia o neve)?

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Getty Images
Sven Marquardt, il tuo ostacolo più grande per accedere al club.

Nella classifica aggiornata di DJMag questo luogo compare alla decima posizione, ma da anni svetta tra i primi posti di ogni elenco e la sua nomea non sente crisi. Il Berghain si trova al confine tra Kreuzberg e Friedrichshain, uno tra i quartieri alternativi e super cool della città. Qui c'è il cuore pulsante e sempre in cambiamento della Berlino Est, da sempre rifugio artisti di ogni genere. Sempre qui ci sono molti edifici storici, tra cui vecchie fabbriche, che appartenevano alla natura operaia della zona e che si sono trasformati in base a nuove esigenze. Questo club ha vissuto molte vite: in origine era una centrale elettrica, è stato abbandonato negli anni 80 dopo avere partecipato al processo di ricostruzione post-bellico della Germania Est, negli anni 90 è diventato un locale gay e nel 2004 ha cambiato di nuovo volto trasformandosi in un club di fama internazionale.

Trovare informazioni su di lui è facile, diventa più difficile capirne la vera natura e quello che lo anima all'interno. La regola tra chi è riuscito a varcare la soglia è: "Quello che succede al Berghain, rimane al Berghain", un po' come se fosse Las Vegas. Le molte leggende metropolitane che corrono sul web lo vogliono come la Mecca della musica techno, come il posto migliore in cui puoi trovare i DJ migliori della scena mondiale e come un polo di attrazione non solo per i berliners ma anche per i turisti.

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Partiamo dalle basi, ovvero in che posto potresti essere catapultata. Thomas Karsten, uno degli architetti responsabili della ristrutturazione del 2004, ha detto "La costruzione è simile a quella di una cattedrale del Medioevo". In pratica vai a messa, entri il venerdì e potresti uscirne la domenica mattina. La pista da ballo principale, dedicata alla techno più dura e pura, ha un soffitto alto 18 metri sostenuto da pilastri in cemento. Le pareti sono spoglie come se si trattasse di un edificio abbandonato, al fianco della pista campeggia un'altalena e su uno dei lati è installato il Panorama Bar illuminato da luci bianche e psichedeliche. Nei bagni non ci sono specchi, e non è un puro caso. L'idea è quella di evitare che chi entri si veda riflesso e gli sia chiaro il risultato di una notte di furore al ritmo di una musica non proprio facile da sostenere, considerato anche il volume. Il club ha uno degli impianti migliori a cui si possa pensare. Benedikt Koch, che si è occupato del sound system del locale, ha raccontato che la potenza non è sfruttata la massimo, raggiunge a malapena il 10-20% del possibile. Il suono così limpido serve anche a dare maggiore energia e tenere sveglie le persone durante le maratone dalla sera alla mattina.

Inutile dire che questo club berlinese è noto anche come sex club in cui tutto è possibile: lo scandalo non è previsto. Molti racconti (perché il locale di quello vive) parlano di dark room in cui puoi rifugiarti con anche 5 persone insieme, di distributori di preservativi in pure efficienza tedesca e di persone nude che girano indisturbate, anche in mezzo alla pista da ballo.

Queste però non sono le uniche particolarità di questo luogo leggendario. Se hai la fortuna di entrare al Berghain, non potrai scattare foto se non clandestinamente.

Sono bandite e anche su questo tema la policy è molto restrittiva. Sulla fotocamera di ogni smartphone viene applicato un bollino per impedire le riprese. Questi possono essere controllati e se qualcuno ti pesca senza, si rischia di essere buttati fuori e bannati per mesi, se non per sempre. Un brutto modo per vanificare gli sforzi per entrare. Come anticipato, la coda è leggendaria e l'ascia di Sven rischia di cadere facilmente. Pare, dai racconti, che poco c'entri il dress code: la selezione si basa sul puro istinto del buttafuori e alcuni dicono anche sul sorriso, sulla gentilezza e sulla lucidità. Detto questo, ormai anche fare la fila a vuoto pare che sia diventato molto cool. Altri, dopo essere stati rimbalzati, piangono, pregano e urlano di fronte all'ispiegabile rifiuto di Sven.

In compenso, se hai bisogno di visualizzarlo e non c'è speranza che tu possa entrare, puoi recuperare delle immagini del Berghain dal lavoro di Felix Scheinberger, un illustratore che da anni è impegnato nel ritratto della vita notturna berlinese. Nel 2011 ha iniziato il suo progetto sui club e questi sono alcune delle sue opere che possono fare capire, via schizzo, che tipo di atmosfera si respira lì dentro.