I bartender sono come i batteristi. I bartender maschi -bravi- assomigliano a noi ragazze moderne, sono cioè multitasking. Riescono a fare più cose complicate contemporaneamente. E non è uno scherzetto da poco, sai?

I bartender tengono il ritmo senza mai andare fuori tempo. Hanno il controllo di ogni step della preparazione dei cocktail mentre le mani si muovono abili tra shaker e misurini, incantano chi le guarda e maneggiano strumenti di precisione. E poi i bartender parlano. Lo fanno senza mai perdere una rullata qua, un spazzola là captando, di chi sta al di là del bancone, molto di più di quello che tu possa immaginare.

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Intervistare Cristian Silenzi, nel pieno di una serata milanese speciale organizzata alle Officine Riunite Milanesi, secret bar di fascino, nato grazie a triangolazioni fortunate tra la passione per i motori del titolare Raffaello Polchi e la predilezione a fare le cose fatte bene (tipo diventare in poco tempo punto di riferimento del bere bene a Milano), è stato come assistere a un assolo di batteria senza partitura.

Mentre Cristian, junior bartender italiano di istanza a Londra nel tempio dei cocktail come l’American Bar e il Beaufort Bar al Savoy Hotel, chiacchierava con noi da dietro al bancone old school, le sue mani non hanno smesso un momento di miscelare, versare, shakerare e guarnire uno svariato numero di coppe, tumbler e highball.

L’occasione alle Officine Riunite Milanesi era ghiotta, l’inaugurazione di un programma di serate di assaggi di alta cocktaillerie con i mixologist protagonisti del World 50 Best Bars, la classifica che sancisce ogni anno nel campo della miscelazione i migliori del mondo. Silenzi dal Savoy di Londra è stato il primo a offrire a Milano la serata degustazione di apertura con una drink list di cocktail di tutto riguardo. White Nights, primo cocktail firmato da Silenzi per il Savoy, Red Whisper, Ketel One Vodka, Roe&Co Whiskey, 7000 Oaks. Inutile dire che ognuno di loro ha solleticato vista e palato proprio come un buon cocktail deve fare.

Ma chi è colui che a soli 30 anni, da Pesaro con furore, si è guadagnato un posto d’onore nello scenario iridato dei maghi dei cocktail? Intanto è un tipo saggio. Il successo, dea bendata a parte, quasi mai si improvvisa. La rivelazione numero uno che Cristian Silenzi ci regala così, tra una guarnizione aromatica e cubi di ghiaccio tintinnanti, è che la community dei bartender è solidale e aperta, una zona franca dove confrontarsi e aiutarsi a vicenda, crescere e fare networking. Cosa?

Ma partiamo dall'inizio. Dopo un’esperienza a Tenerife in cui ha dato una mano dietro al bancone di un locale di amici, gli è scattato qualcosa dentro, un attaccamento e una curiosità troppo ingombranti da sopprimere. Così, dopo una prima fase di studi intensi, dove “più imparavo e più mi accorgevo di non sapere”, si sono alternate stagioni a Ibiza a numerose esperienze italiane, sino a che, un bel giorno, è arrivato il momento di spiccare il volo. Lavorare a Londra, tra le piazze più ambite e competitive del circuito del mondo cocktaillerie.

E così è stato. Partendo dal basso, lavando tanti bicchieri e senza parlare quasi una parola di inglese. Ma adesso è tutta un’altra storia.

Il mio lavoro non è farti solo bere qualcosa di buono ma è farti stare bene.

L’etica dei bartender è ben chiara. Mai costringere un cliente a bere quello che vuole il mixologist, e mai giudicare chi sta dall’altra parte del bancone a consumare. Un ragazzo può bere un Cosmopolitan, così come una ragazza un Manhattan. Capito? I drink non hanno una distinzione di genere. Tutti possono bere tutto. E se lo dice Silenzi possiamo anche pensare di credergli.

Le foto dei cocktail su Instagram: adesso tocca tornare al sapore. I social hanno cambiato le regole del gioco: hanno fatto salire in classifica i locali hipster, quelli modaioli che vivono di immagine, tralasciando le prerogative fondamentali, qualità e gusto. "In questi anni si è oltrepassato il limite: ho visto in giro drink senza identità, quando non si riesce ad associare il gusto di quello che si sta bevendo a qualcosa di preciso. Magari sono belli da vedere, li bevi, li metti su Instagram e dopo tre giorni te li sei già dimenticati. "

"Secondo me il principio predominante dell'Estetica che vince sul Gusto è finito. Oggi il pubblico di Londra ha una predilezione per miscelazioni fresche, come il classico sweet & sour, che vince sempre. E poi ricette straight, come un buon Martini."

Se sei un'appassionata del mondo mixologist e del "bere bene", non perderti i prossimi appuntamenti con i migliori bartender del mondo alle Officine Riunite Milanesi in via Giovenale 7 a Milano.