A dicembre sembra sempre che il mondo debba finire: scadenze, pressioni, tasse da pagare, si accumula di tutto. Lo stress è talmente elevato che l'unica cosa a cui possiamo aggrapparci mentalmente è l'arrivo delle vacanze. Meno 5 giorni, meno 4, meno 3. A quel punto saremo liberi, ci siamo presi anche le ferie. Potremo rilassarci, leggere quel libro che da mesi giace sul comodino, fare un giro per negozi senza la pressione dei regali.

Poi le vacanze arrivano e la magia tanto attesa si infrange. Il fenomeno ha un nome: si chiama "Holiday blues". Siamo annoiati e di malumore, non riusciamo davvero a rilassarci perché ci sono troppe cose da fare, amici e parenti da vedere, tradizioni da rispettare. In un attimo Natale passa e c'è Capodanno da organizzare. Le vacanze di Natale non sono mai veramente rilassanti. Ogni anno ci speriamo, ogni anno rimaniamo delusi.

«Le persone hanno queste aspettative o fantasie della vacanza che vedresti in Tv», spiega lo psichiatra Mark Sichel, autore del libro Healing From Family Rifts, raccontando che la molte persone si rivolgono a lui proprio dopo le vacanze. «In realtà, non è mai esattamente come le persone si aspettano ed è spesso un periodo deludente. Ci sono conflitti all'interno delle famiglie che emergono proprio durante le vacanze». Litigate al pranzo di Natale, faide per il cenone e poco tempo per fare davvero quello che si vuole. A questo si aggiunge il fatto che la narrativa natalizia ci vuole tutti felici e in armonia e i social contribuiscono ad alimentare il mito. Nessuno documenta su Instagram la crisi isterica della zia, vediamo solo i momenti di gioia altrui.

Un altro problema, poi, è dato dalle difficoltà a sentirsi davvero in vacanza. Mentre in estate o quando viaggiamo è facile allontanarsi anche mentalmente dal lavoro e dai problemi, se passiamo il Natale in famiglia tendiamo a ricadere in vecchi schemi del passato e non riuscire davvero a staccare. Vediamo persone che non vorremmo necessariamente vedere e facciamo cose che non vorremmo necessariamente fare. Magari ci scontriamo con sessismo, omofobia e critiche più o meno velate al nostro stile di vita. Il rischio è che si riacutizzino disturbi alimentari o altre problematiche legate alla nostra salute mentale da non sottovalutare.

Secondo Sichel è importante ritagliarsi dei momenti per noi. Ci sono le ore dedicate alla convivialità, certo, ma non siamo obbligati a essere disponibili h 24. «Prenditi cura di te», consiglia, «mantieni il più possibile le tue abitudini alimentari e sportive che ti fanno stare bene». Un grosso problema è il senso di costrizione: dover essere felici e doverlo essere seguendo pressioni e norme sociali. Può essere utile, quindi, prendersi dei giorni off anche dai festeggiamenti "di rito", inventare nuove tradizioni (anche bizzare, cucite a nostra misura) e inserire elementi che ci facciano stare bene davvero. In fin dei conti sono pur sempre le nostre vacanze.