Vi piace la lavanda e sognate di passeggiare in un campo sterminato come quelli famosi della Provenza? Per questo dovete partire, ma se vi accontentate di coltivare e ammirare qualche pianta di lavanda in vaso, siete nel posto giusto. Perché anche il vostro davanzale o il vostro balcone possono diventare un lavandeto in miniatura! Quando si parla di lavanda il pensiero corre veloce alle immagini assai diffuse di sconfinati campi violacei tipici dei paesaggi provenzali, appunto, famosi in tutto il mondo per la coltivazione di questa pianta. In realtà la lavanda è molto coltivata anche in Italia ed ogni regione ha i suoi campi. In Piemonte la lavanda nasce spontanea mentre in Liguria si organizza una festa per celebrarne la fioritura; in Lombardia si organizzano visite nelle aziende produttrici, in Emilia Romagna i clivi degli appennini si ammantano di viola e in Toscana con la lavanda – tanto apprezzata - si toglieva il malocchio ai bambini. Coltivazioni di lavanda ci sono anche in Veneto, in Umbria e nelle Marche dove i campi si estendono sino al mare. Angoli di Provenza si trovano anche in Abruzzo, Molise e Lazio, mentre al sud la Calabria racconta di fioriture spontanee delle profumate piante mentre il lavandeto più meridionale è quello di Santa Caterina Villarmosa in Sicilia.

Perché coltivare la lavanda in vaso

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Lavanda contro lo stress

I ricercatori giapponesi dell’università di Kagoshima hanno individuato il legame esistente tra il nostro umore e la lavanda dichiarando con convinzione che passa attraverso l’olfatto. Odorare un mazzolino di lavanda, infatti, riduce stress e ansia e, di conseguenza, migliora l’umore. Avere un vaso di lavanda in casa diventa quindi una terapia di benessere oltre che una presenza utile visto che richiama le api per l’impollinazione e può essere impiegata in molti modi. Sicuramente state pensando al sacchetto profuma biancheria pieno di fiori di lavanda: sì, anche questo è uno degli usi più immediati e diffusi, ma si può fare di più. Accanto al profumo inconfondibile e alla bellezza elegante e discreta, infatti, la lavanda può vantare anche importanti proprietà curative. Utilizzando l’olio essenziale di lavanda si possono attenuare i dolori muscolari, ottenere effetti cicatrizzanti e diuretici e alleviare il fastidio delle punture di insetto e le irritazioni da contatto con le meduse. I fiori essiccati al sole, invece, sono perfetti per realizzare sacchetti profumati da mettere nei cassetti e negli armadi, o per preparare saponette. Non solo: l’essenza e i fiori di lavanda possono essere utilizzati anche in cucina, per insaporire le carni bianche, il pesce, i dolci e il miele e per aromatizzare il pane fresco. E anche gli infusi sono ottimi. Come non avere una bella pianta di lavanda in casa, allora?

Le cure per la lavanda in vaso

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Un lavandeto sul balcone

Il primo passo nella coltivazione domestica della lavanda è la scelta tra semi o talee. Sì, è più facile comprare una pianta già cresciuta e limitarsi a curarla, ma vederla nascere e crescere dà più soddisfazione. Cominciando dai semi, bisognerà ricordarsi di interrarli in autunno nelle zone più miti e in primavera in quelle più fredde. Rametti di lavanda di almeno dieci centimetri, invece, permettono di procedere partendo dalle talee. Entrambi i metodi prevedono la possibilità di piantare in terra – se disponete di un giardino – o in vaso, l’importante è ricordare che la pianta ha bisogno di spazio e, quindi, in giardino non dovrà essere sacrificata, mentre in vaso arrivati in primavera dovrà essere trasferita in un contenitore più grande con terreno nuovo e ben drenato. Le piante di lavanda cercano il sole e quindi devono essere posizionate in luoghi molto luminosi, mentre l’innaffiatura non deve essere esagerata e non deve creare ristagni d’acqua. Verso i due anni la pianta potrà essere concimata preferibilmente con un prodotto biologico, in primavera, a fine estate e dopo la raccolta dei fiori che segnerà anche il momento giusto per la potatura della pianta.

Lavanda nana: perfetta per la coltivazione in vaso

Avete deciso di provare a realizzare il vostro personale mini lavandeto? Sì, anche una sola pianta va bene. L’importante è tenere a mente quello di cui ha bisogno e scegliere una varietà idonea. Sono tre le specie principali della pianta: la lavanda vera, il lavandino e la spica. Dalla prima si ricava l’essenza più pregiata e dalla seconda una maggior resa di olio essenziale, mentre la terza si riconosce per le foglie più grandi. Un’ulteriore distinzione, però, si fa pensando al tipo di pianta da scegliere per la coltivazione casalinga. Le specie più indicate allo scopo sono lavanda:

  • Dentata, dal profumo delicato e fioritura autunnale
  • Lanata, alta fino a cinquanta centimetri, profumo intenso e fioritura ad agosto
  • Angustifolia, alta sino a un metro con fiori estivi color malva
  • Stoechas, selvatica, alta sino a sessanta centimetri e resistente al freddo.
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John Scott//Getty Images
Coltivare lavanda in vaso

Ma tra le specie perfette per la coltura in vaso c’è anche la hidcote blu, più conosciuta come lavanda nana che alle dimensioni moderate unisce fiori appariscenti e profumatissimi che durano parecchio rendendola una perfetta pianta ornamentale. Immaginate un davanzale o una ringhiera abbelliti da vasi di lavanda nana: uno spettacolo per vista e olfatto! Se è vero che la hidcote blu è perfetta per la coltura in vaso, non significa che non possa andare anche in giardino, ma ovviamente non potrà essere usata per realizzare una siepe. Nella coltivazione della lavanda nana bisogna ricordare che: teme il freddo, ma ama il caldo; non ha bisogno di essere concimata e necessita di un terreno leggero e leggermente alcalino. Una volta piantata in vaso – all’inizio della primavera o dell’autunno – la lavanda nana andrà sistemata in un luogo molto soleggiato del balcone o del davanzale. Da non trascurare anche la potatura della pianta che dovrà essere effettuata regolarmente a fine estate, a fine fioritura, e comunque mai dopo settembre se la pianta si trova in giardino, per evitare che il freddo la uccida. Una buona potatura prevede l’eliminazione degli steli secchi e dei rami verdi evitando di intaccare quelli legnosi. L’annaffiatura della pianta, invece, dovrà essere piuttosto leggera per evitare ristagni d’acqua. I fiori potranno essere raccolti quando una buona metà dei boccioli sulla spiga saranno aperti e lo stelo dovrà essere tagliato alla base avendo cura che le lame delle forbici siano ben affilate per ottenere un taglio netto. I fiori raccolti dovranno essere raccolti in un mazzetto e, dopo averne legati i gambi, bisognerà appenderli a testa in giù e lasciati seccare in un luogo fresco. Avete preparato tutto l’occorrente per il vostro mini lavandeto?