Questa della Bisexual Lighting è la strana storia di una teoria estetica nata, se dobbiamo dare un anno di origine, nel 2014, almeno secondo quanto riporta la BBC. Ora abbiamo deciso di ripescarla perché si è evocato lo stesso termine per il nuovo video di Ariana Grande, Monopoly, e perché Janelle Monáe, che è stata protagonista del Coachella 2019 e sarà in un botto di festival musicali nel 2019, ne è stata una delle rappresentanti più citate.

Ma andiamo con ordine per illustrare tutta la teoria estetica: il 2014 è stato l'anno in cui su un post Tumblr è apparso il termine per indicare una scena di Sherlock, la serie tv con Benedict Cumberbatch, in cui si voleva speculare sulle tendenze sessuali del dottor John Watson, inseparabile compagno di avventure dell'investigatore che abita al 221B di Baker Street.

sherlock serie tvpinterest
Sherlock

Il termine è stato coniato per descrivere un'estetica particolare che gioca sui colori del blu, del viola e del rosa al neon e vuole indicare sullo schermo la bisessualità. Il movimento bisex, infatti, ha una bandiera che è stata creata nel 1998 e che gioca su queste nuance. È meno nota di quella arcobaleno che fa riferimento alla comunità LGBT+, ma è un simbolo altrettanto forte e distintivo.

Da quel momento sono state molte le analisi di quelli che hanno voluto dimostrare come la Bisexual Lighting, ovvero le luci che virano dal rosa al blu in stile neon da club, abbia scavato un solco sotto traccia sullo schermo, dai film ai video musicali, passando dalle serie tv. Attori e pop star, infatti, l'avrebbero utilizzata per indicare espressamente la bisessualità e dare voce e rilevanza anche ai giovani queer (aka a diverse sessualità) giocando sulle luci e sull'estetica. L'idea, secondo le teorie degli osservatori, potrebbe essere quella di sfidare, ma con un tocco divertente, gli stereotipi di genere inserendoli nei media mainstream e tradizionali e creando un territorio in cui quella comunità si può riconoscere e identificare imparando ad amarsi (nonostante le difficoltà) attraverso un sottotesto che parla la loro lingua.

Nel 2017 su Twitter sono partiti una serie di cinguettii che intravedevano le tracce della Bisexual Lighting in film e serie tv. Uno dei più citati è stato il thriller Atomic Blonde con Charlize Theron, in cui la protagonista è una tostissima spia esplicitamente bisessuale: piange il suo fidanzato morto, ma punta a una relazione con una donna, l'agente Lorraine Broughton. Nelle scene i colori sono proprio quelli di riferimento della Bisexual Lighting.

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Tra gli altri esempi citati, c'è quello dell'episodio San Junipero della serie tv Black Mirror. In questo caso la storia incrocia la relazione sentimentale tra due donne e anche qui, tra atmosfere clubbing anni 80, fanno la loro comparsa le luci al neon rosa, blu e viola. Qualcuno si è chiesto: è un caso oppure c'è qualcosa di intenzionale anche stavolta?

A questi esempi è stato aggiunta la produzione di Janelle Monáe che fa riferimento soprattutto all'ultimo album Dirty Computer dell'artista-cantante e attrice. Per esempio nel video Make Me Feel c'è l'illuminazione bisessuale, intesa come quella che punta sul viola, il blu e il rosa, ed è utilizzata nelle scene in cui la cantante flirta senza distinzioni con uomini e donne. Alcuni hanno parlato della canzone come di "inno bisessuale". Inoltre Janelle Monáe, che sta insieme all'attrice Tessa Thompson, da sempre ha difeso strenuamente la volontà di non darsi una definizione/etichetta sessuale, un po' come è successo per Cara Delevingne.

Infine siamo arrivate al 2019 Ariana Grande nel video di Monopoly avrebbe utilizzato la stessa luce, forse per tirare fuori il discorso della bisessualità.

Detto questo, e dato voce a tutta la teoria, c'è anche chi non crede che esista un fenomeno e ci scherza su con meme di gatti e bisexual lighting sullo sfondo.