Lo skate sta diventando sempre di più una passione senza distinzioni di età o di genere. Se sbirci in qualsiasi skatepark, da Venice in California a Miami Beach, vedrai ragazzi e ragazze affrontare gli half pipe, bambini sul loro monopattino e signori di una certa con la tavola sottobraccio. Mentre la skate mania dilaga, abbiamo chiesto a due componenti della prima crew italiana di skate femminile di raccontarci come è nata questa passione su quattro ruote, anzi rotelle.

Marta Pruni, 23 anni, è una delle fondatrici di BSG (Bastarde Senza Gloria). La sua passione è iniziata 4 anni fa, quando ha creato il gruppo.

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“Lo skateboard per me non è solo uno sport ma anche uno sfogo, un modo per superare i miei limiti fisici e mentali, una lotta continua con me stessa e un modo per divertirmi e conoscere sempre persone nuove,” ci racconta. “Quando skatei senti di fare parte di una grande famiglia, senti di appartenere a qualcosa che va oltre alla disciplina in sé e per sé. Ti insegna a non mollare mai, a credere in te stesso e a raggiungere degli obiettivi.”

Lo skate, come tanti altri sport, ti da la lezione più importante della vita “NEVER GIVE UP”

“È andare all'estero e sapere che potrai sempre contare sull'ospitalità di qualcuno che skatea. È quando tutti quelli che skateano con te si gasano perché hai chiuso un trick. È skateare un parcheggio sotterraneo perché piove da 4 giorni e non hai uno skatepark indoor. È una passione talmente forte che lega tutti quelli che lo fanno.”

Lo skate viene ancora percepito come uno sport maschile o nell'ambiente si è raggiunta la parità?
“No, non si può dire che nell'ambiente si sia raggiunta la parità di sesso ma il livello femminile è sempre più alto e sono sempre di più le ragazze che praticano questo sport. Se anni fa vedere una ragazza in skate era una cosa inaspettata ora è (quasi) la normalità. La situazione femminile all'estero sta esplodendo, il livello delle ragazze in skate si è alzato tantissimo e tra qualche anno secondo me sarà quasi alla pari di quello maschile. In Italia come al solito siamo un po’ indietro come mentalità ma credo che qualcosa anche qui si stia smuovendo.”

Hai mai subito discriminazioni?
"Personalmente no, anzi sono sempre stata aiutata e motivata dai miei amici che skateano. Diciamo che ogni tanto sentivo la mancanza di una ragazza che skateasse insieme a me (parlo al passato perché ora a Bologna siamo in 4 ragazze a skateare). Credo che la questione discriminazione nei confronti delle donne che skateano sia molto gonfiata. Ora generalizzo, ma tutti i ragazzi che ho conosciuto si sono sempre gasati nel vedere una ragazza che si impegna e vuole imparare a skateare, quindi mi sento di spezzare una lancia a favore degli uomini che skateano: non è vero che ci discriminano."

Cosa consiglieresti a una ragazza che vuole avvicinarsi a questo sport?
"A una ragazza che vuole cominciare a skateare consiglio di armarsi di tanta pazienza e pantaloni grossi perché attutiscono le cadute."

Per un'altra componente del gruppo, Arianna Battista, 25 anni, la passione per lo skate è iniziata poco dopo il terribile sisma che ha distrutto L’Aquila, la sua città, nel 2009.

"Mai avrei pensato che questo disastroso evento potesse collegarsi indirettamente con lo skateboarding, fino a rendermi una persona migliore. Frequentavo una struttura outdoor in cemento che è stata intitolata ad una bambina di 12 anni, che perse la vita in una zona adiacente al centro, il suo nome era Maurane Fraty. È circa 3 anni fa che gli Ultras de L’Aquila, i Red Blue Eagles, si son fatti promotori di un progetto di raccolta fondi che ha coinvolti tutti gli ultras d’Italia con lo scopo di regalare ai ragazzi disorientati dal sisma un luogo dove poter sentirsi liberi all’insegna dello sport. Io, come molte altre persone, sono riuscita a elaborare il trauma del terremoto in modo sano, con la conoscenza sincera e inalterata di quello che tutt’ora viene definitivo uno sport di strada, lo stesso sport che mi ha permesso di riniziare a vivere. Nell’arco di qualche mese sono stata totalmente accolta da una collettività che si è formata nel contorno dello skatepark, e che, inoltre, fa anche da barriera nei confronti di tutti i pregiudizi che lo circondano, difendendoci."

Lo skateboarding è uno sport che crea comunità e aggregazione: ci sarà qualcuno che verrà a spiegarti i primi trick da imparare.


Come hai capito che con lo skateboarding è vero amore?

"Dal primo momento in cui ho messo piede sulla tavola non sono più riuscita a smettere di pensare allo skateboarding. Dopo quasi 2 anni, tempo che comunque mi è servito a prendere confidenza con lo sport e chiudere i primi trick, sono stata contattata dalle BSG, che mi hanno chiesto di unirmi a loro: ci siamo conosciute, abbiamo skateato insieme e partecipato a un contest per sole ragazze. Negli ultimi anni il numero di skater donne sono aumentate, azzarderei anche dire grazie alla nostra crew che probabilmente ha smosso gli animi delle ragazze più curiose, che non avevano dei punti di riferimento da prendere in considerazione in precedenza."

Cosa ti dà lo skate di speciale?

"Credo che lo skateboarding sia l’espressione più ampia di me stessa e del mio modo di vivere il tempo libero. Sono una studentessa e mi sto specializzando in Semiotica, sono quindi costretta a seguire delle regole rigide che accompagnano le mie giornate nelle quali sono immersa nella scrittura di una tesi che mi porta via tante energie, aumentando il mio stress. Lo skateboarding è riuscito a tranquillizzarmi e pacarmi, mettendomi in condizione di scaricare tutto il nervosismo e l’energia che fa parte del mio essere. Cercavo uno sport che facesse da filtro anti-nervosismo, in quanto questa condizione ricadeva inesorabilmente sulla mia vita di tutti i giorni. Lo skateboarding mi ha reso una persona realizzata."

Lo skateboarding ti insegna a rimanere concentrata su te stessa. 


Il tuo trick preferito?
"Sicuramente backside smith (sui muretti). Essendo un trick che richiede un certo livello di preparazione e che io non so fare. Come risposta di riserva mi butterei su un blunt to fakie che fortunatamente son riuscita a chiudere svariate volte."

Cosa consiglieresti a una ragazza che vuole avvicinarsi allo skateboarding?
"Le consiglierei di farsi forza, di non guardarsi intorno e di iniziarsi a spingere: l’imbarazzo che riguarda la start up iniziale è molto forte ed io da principio l’ho affrontato così. Mi sentivo totalmente inadeguata, fuori posto e un pò maldestra. Le decine di ragazzi che avevo intorno sicuramente non aiutavano: mi sentivo osservata. Ricordo che prima di skateare ogni volta mi guardavo 10 minuti intorno per tastare la situazione, scegliendo l’angolo dello skatepark meno affollato dove provare le mie piccole cose senza rubare spazio e tempo a nessuno. Insomma, se qualcuno avesse avuto un mantello dell’invisibilità avrei dato la vita per indossarlo e provare i miei trick in santa pace. Ma c’è da dire che la vergogna è solo iniziale: dopo il primo impatto la vergogna si esaurirà."

Dal primo giorno, chiunque tu sia, farai parte di una famiglia e dal secondo, il mantello dell’invisibilità non ti servirà più.