La finale di X Factor, da un po’ di anni a questa parte, arriva sempre prima di Natale, per la precisione durante la seconda settimana di dicembre, più o meno in concomitanza con Santa Lucia, e a me che sono bresciana non sembra una coincidenza visto che a noi la Santa ha sempre portato i doni, mica Babbo Natale, e anche X factor ogni anno mi porta il dono di seguire la finale (la miniera è peggio, per carità).

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Dicevo: tu che fai la finale (nel senso che la segui per il giornale, non che la fai sul palco), sai che quando arriva la serata X vuol dire che nella corsa verso il Natale, le cene, gli aperitivi, i regali, i ritardi eccetera sei quasi oltre la metà, solo un ultimo sforzo, ti aspetta la settimana più impegnativa e poi ecco finalmente arriva il 22 dicembre e niente, sei pronta al Natale con tutto il suo carico di disfunzionalità famigliare.

Puoi ben capire quindi con che animo pieno di gioia e di sollievo il giornalista di spettacoli si appresta a seguire la finale di X Factor in diretta dal Forum: un misto di sollievo, di aspettativa, di dai e dai e di stupidera. Ci si ritrova tutti stanchi, sfiniti, con la voglia di chiudere, il solito clima dai che anche quest’anno è finito, anche perché diciamolo tanto lo sapevamo tutti che avrebbe vinto Anastasio

Anastasio ha vinto (con il suo singolo La fine del mondo, già disco d'oro) perché, come ha scritto qualcuno (Robertini su Rolling Stone) questo è l’anno del rap e della trap. È l’anno in cui i bambini che dieci anni fa ascoltavano Fibra (e i Sottotono, non dimentichiamoli) sono diventati grandi e vogliono continuare ad ascoltare quella roba lì: Anastasio. Ultimo. Carl Brave. Franco126. Ghali. Dark Polo. Fibra di nuovo. Emis Killa di nuovo (anche Fedez ha deciso di riprovarci, vediamo come sarà il suo nuovo album). Metto trap e rap assieme perché fa poca differenza, sempre roba parlata con un po’ di melodie e cori e feat è. Se chiedi a un bambino piccolo, cioè l’essere umano più vicino alla verginità acustica, ti dirà che rap e trap non hanno molte differenze. Sono una nenia. Una ninna nanna.

La musica che ascoltiamo da bambini è la musica che ti rimane nel cuore, ti risuona dentro e tu manco lo sai, è una roba inconscia e quando meno te lo aspetti, appunto, salta fuori e governa le tue azioni e tu non lo sai, e il bello dell’analisi è quando quella roba lì, l’inconscio intendo, cerchi di vederlo, lo stani, lo smascheri, anche se tanto è una lotta impari, figurati, magari sì puoi inseguirlo nel labirinto, come se fosse un serpente che scappa e tu segui la sua coda, ma poi scompare veloce dietro a una curva, non lo vedrai più e tanti saluti.

Ma sto divagando. Ha vinto Anastasio, salutato come una novità, ma invece, è palese, è l’ennesima riedizione di una cosa che qualcuno, non so più quando, aveva già fatto. Ma va bene perché non solo fare le cose nuove è difficile, ma anche perché quante cose nuove uno, l’uomo, riuscirà mai a fare? Anche X Factor in sé, essendo arrivato alla dodicesima edizione, è uno show che ha bisogno di rinnovarsi. Per carità, il live è senza dubbio una produzione sontuosa (per l’Italia), ogni anno i tempi tecnici migliorano, ogni anno la scaletta è migliore, più veloce, ogni anno il live si avvicina più a un mega evento di star (quest’anno sono state più numerose le esibizioni degli ospiti Marco Mengoni, Thegiornalisti, Muse e Ghali che quelle dei concorrenti), ma il programma, quello dei giovedì sera, quello va certamente rivisto e ripensato. E sarà certamente così, visto che Manuel Agnelli (e la sua faccia mono-espressione) e Fedez non saranno più giudici del programma e si vocifera (o si teme) anche un addio di Mara Maionchi, anche se si tratta solo di pettegolezzi da sala stampa.

Sia come sia. In ogni caso lo sappiamo: ci pensiamo dopo Natale.

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