Hai presente la gioia infinita di poter fare nella vita un lavoro da sogno? Avere un obiettivo lavoro preciso e raggiungerlo come bere un bicchiere d'acqua fresca? Bene, abbiamo incontrato chi c'è riuscito davvero e ovviamente cercato di capire come ha fatto.

Alex May Hughes è una ragazza inglese, adora i Simpson (oddio, forse ne è proprio ossessionata), possiede un cospicuo numero di tatuaggi stilosissimi in tutto il corpo e quando parla del suo lavoro da sogno le brillano gli occhi.

L'abbiamo incontrata nel suo ambiente naturale, Londra, davanti a un pannello in vetro tutto da dipingere in occasione dell'evento esclusivo di Bombay Sapphire "Stir Creativity" dove abbiamo letteralmente dipinto il cocktail del futuro, il Canvas.

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♥ Alex, come è nata questa collaborazione?

È arrivata via email un pomeriggio come un fulmine a ciel sereno. Adoro il Gin, i tatuaggi e sono una creativa…non potevo che rispondere subito di sì.

♥ Sei laureata in Typography, ci spieghi cosa significa esattamente?

Ho studiato grafica e comunicazione al The London College of Communication dove ho acquisito l'utilizzo multidisciplinare delle forme e colori dei caratteri tipografici. Insegne, cartelli, loghi e grafiche che ci circondano senza che ce ne accorgiamo, oggi sono il mio pane quotidiano.

Tutto fantastico sino a che, finita l'università, mi sono ritrovata nel pieno di una fase di stallo. Come svuotata da tutto quel lavorare sulle idee e sui progetti del corso di studi di Typography. Ed è stato allora che ho cominciato a guardarmi intorno alla ricerca di esperienze alternative fuori dalle rotte classiche. Seminari di grafica e workshop mirati mi hanno messa in contatto con una comunità di appassionati e sostenitori di queste materie. Poi ho fatto un apprendistato con il maestro di insegne dipinte a mano Peter Hardwicke e mi si è aperto un mondo. Con lui ho imparato a creare loghi e e testi direttamente su legno, mattoni, vetro: ed è stato amore a prima vista. Diciamo la crema sulla torta della pittura di insegne. E ho capito tutto, cosa davvero mi piaceva fare.

♥ Quindi esiste una ricetta per arrivare a fare nella vita ciò che ci appassiona veramente?

Se esiste qualcosa che ti piace, che ti fa spuntare il sorriso sulle labbra solo a pensarci e che faresti alla sera anche dopo una lunga giornata di lavoro (prima di andare all'università, durante e dopo ho fatto di tutto, ho lavorato come commessa e negli uffici) ecco, prendi seriamente in considerazione di trasformarla in un lavoro.

E se sei soddisfatta in quello che fai, si vede anche fuori. È contagioso perché si capisce che lo fai con amore.

♥ Questa magia succede in un solo momento?

Assolutamente no, è stata una lenta trasformazione, giorno dopo giorno, in cui la percentuale del lavoro diminuiva in rapporto alla crescita della mia attività collaterale di grafica. So anche di essere stata fortunata e di aver incontrato le persone giuste che hanno saputo sciogliere dubbi e farmi da guida nelle scelte.

♥ E oggi come descriveresti il tuo stile?

Con uno sguardo al passato, specialmente al periodo vittoriano inglese dove la tecnica a foglia d’oro era usata praticamente su tutto. Io ci aggiungo un’estetica audace, bold e brillante con finissaggio sabbiato. Adoro le font grandi così posso disegnarci dentro un sacco di cose. Tutti i miei clienti capiscono che questo stile arriva dal passato. E mi piace pensare di unire gli anni 20 agli anni 90 nel tentativo di essere retro futuristica ma con i colori e l’energia dei nineties.

♥ C'è una frase o una parola che i tuoi clienti ti chiedono più spesso?

Non ci crederai, ma la gente è incredibilmente romantica. In tanti mi chiedono di disegnare la parola

FOREVER

(😍 n.d.r)

♥ Cosa vorresti realizzare da grande?

Vorrei gestire progetti di insegne su larga scala, grandi muri o facciate di palazzi. E poi viaggiare di più. Per esempio non ho mai visto Parigi. (Alex, corri ai ripari subito! n.d.r)

♥ Come si coltiva oggi la creatività mentre siamo bersagliati dai social e pubblicità così invasive?

La gratificazione immediata di un like sui social è letale. Sono strumenti ottimi per farsi pubblicità, ma fanno impigrire. Là fuori c’è un mondo favoloso da scoprire. Serve uscire e andare a vedere mostre, ascoltare la radio, andare al cinema, a sentire musica live, partecipare ai talking e andare al pub. Insomma, mescolare cose alte a cose molto basse e trash. Questo mix è l’elisir della creatività.

♥ Quali sono i tuoi posti del cuore a Londra?

Ah, senza dubbio il The Wenlock Arms, un pub super tradizionale in una piccola stradina, Wenlock Road, nel quartiere di Hoxton, dove posso incontrare gli amici senza troppi fronzoli. E poi mi piace andare alla National Gallery, dove non tanto mi incantano i quadri quanto il palazzo stesso, i pavimenti, i soffitti e le scale meravigliosamente decorati. Senza tralasciare le cornici, spesso più interessanti di alcuni dipinti che ci sono dentro.

♥ Siamo nel regno dei cocktail, ci dici qual è il tuo preferito?

Adoro il Gin e quando posso mi concedo un Gibson, una variante del martini cocktail, solo che al posto dell’oliva ci si mette una cipollina in agrodolce. Mhh, perfetto come drink pre cena. E poi c’è un posto qui a Londra che riservo alle occasioni speciali, si chiama The Bar With No Name in 69 Colebrooke Row dove si bevono cocktail squisiti.

Ultimo appunto: mai perdere il Sense of Humour!

Ancora lavori da sogno!