"L'amore e il supporto che mi avete dato mi ha fatto realizzare che valgo più dei miei successi e della mia ginnastica. Una cosa in cui non avevo mai creduto prima". Questa Olimpiade Simone Biles se la ricorderà per sempre. La campionessa non torna a casa a mani vuote, perché la consapevolezza che l'affetto nei suoi confronti supera di gran lunga le aspettative ha un valore inestimabile. Si è ritirata da Tokyo 2020, ha ammesso di soffrire di twisties, una sorta di disconnessione che porta al disorientamento, un improvviso senso di vuoto e perdita della percezione di spazio e tempo di cui possono essere vittime ginnasti durante le esibizioni, di salute mentale, di demoni, di come sia provante "sentirsi il peso del mondo sulle spalle" . Forse non se lo aspettava ma Simone è stata accolta da un abbraccio collettivo (a parte qualche brutta eccezione).

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Una della dediche più belle per Miss Biles è firmata da Justin Bieber (♥♥♥), da diversi anni portavoce dell’importanza del benessere mentale. "Nessuno capirà mai le pressioni che sei costretta ad affrontare. So che non ci conosciamo ma sono così orgoglioso della tua decisione di ritirarti", ha scritto il cantante che non ha mai nascosto la sua battaglia contro la depressione, "So cosa significa conquistare il mondo intero ma rinunciare alla propria anima. A volte i nostri no sono più potenti dei nostri sì. Quando ciò che normalmente ami inizia a rubarti la gioia è importante fare un passo indietro per capire il perché".

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Denise Truscello//Getty Images

Justin ha ricordato poi il suo "periodo buio", quando nel 2017 decise di annullare a 14 date dalla fine del suo Purpose Tour per prendersi cura della sua psiche. "La gente pensava che fossi pazzo per non aver terminato il tour, ma è stata la cosa migliore per la mia salute mentale", ha concluso prima di dirsi orgoglioso della campionessa olimpica.

Dopo il ritiro di Simone alle Olimpiadi di Tokyo sono stati tantissimi i messaggi di solidarietà ricevuti declinati in tutte le lingue del mondo, ma purtroppo non sono mancate le critiche. Il più velenoso il "solito" Piers Morgan (sì quello che ha preso in giro Meghan Markle per le sue affermazioni sul suicidio o aver definito Emily Ratajkowski una "cattiva madre" per il modo in cui teneva in braccio il figlio in una foto) che con un tweet al vetriolo ha messo in dubbio la sincerità della 24enne. "I problemi di salute mentale ora sono la scusa per qualsiasi prestazione scadente nello sport d’élite? Che scherzo", ha scritto, "Ammetti di aver gareggiato male, di aver commesso degli errori e che ti impegnerai per fare meglio la prossima volta. I bambini hanno bisogno di modelli forti, non di queste sciocchezze".

Ma non è il solo. Amber Athey su The Spectator ha definito Simone "una perdente", perché "un vero campione è chi persevera anche quando la gara si fa dura", mentre il conduttore di talk show radiofonici Charlie Kirk ha apostrofato la ginnasta "una vergogna per il suo Paese". Parole che si commentano da sole e ci fanno seriamente dubitare del genere umano. E niente, più Justin B per tutti.