Hanno detto che era un «malato, un pazzo, un patetico che merita di essere bullizzato». E così lo hanno prima isolato e ghettizzato e, infine, costretto a mollare. Nessuno dei concorrenti del Grande Fratello Vip attualmente impegnati nell'edizione 2022 condotta da Alfonso Signorini, ha voluto cogliere la richiesta d'aiuto di Marco Bellavia, ex star dei palinsesti della tv dei ragazzi degli Anni'90 e oggi mental coach che, con la partecipazione al reality, sperava anche di rinvigorire la sua carriera tv. Anzi, hanno fatto di peggio, scegliendo non solo di ignorare l'appello del compagno, che ha sempre parlato apertamente della sua depressione e del supporto che desiderava avere - anzi no, di cui aveva bisogno - per superare l'avventura televisiva, ma lo hanno anche schernito, preso in giro, ridicolizzato.

Così, nella cupezza di una decisione purtroppo prevedibile, Bellavia è uscito dalla casa del GF Vip a neppure un mese dal suo ingresso. Per fortuna non senza conseguenze: su Twitter e persino fuori dalla struttura di Cinecittà che accoglie i vip impegnati nella nuova edizione, stanno fioccando le rimostranze nei confronti di vari comportamento, andati in onda a mezzo televisivo, che rischiano di rimanere impunito a favore dei soliti dati di audience da coccolare. C'è chi è andato a urlare tutta la sua rabbia ai concorrenti oltre la porta rossa, di persona. C'è chi, su Twitter, ha lanciato una campagna con hashtag #iostoconMarcoBellavia per supportare un individuo, prima che un personaggio pubblico, che ha sempre dichiarato con umiltà di soffrire di una malattia che ti mangia dentro e per cui non basta scuotersi, non basta voler stare meglio, per guarire davvero. Aveva chiesto, Bellavia, l'aiuto di chi gli era accanto nella casa del GF, per non soccombere ai demoni del cuore e della testa: lo aveva verbalizzato, contro ogni equivoco, affermando:

Conto di riuscire ad andare avanti se mi date una mano. Perché se una persona ha bisogno e gli altri 22 la aiutano, ce la farà. Da solo non ce la fa

Ancora scossi dalla morte di Manuel Vallicella, ex tronista di Uomini e Donne e personal trainer che si è tolto la vita per via di un lutto mai superato, di un tormento mai pronunciato a parole, Bellavia ci ha ricordato quanto sia difficile dire ad alta voce di aver bisogno di aiuto. Onore al merito a lui, dunque, e alla sua onestà.

Perché è così difficile accogliere la fragilità

Secondo i dati dell'Associazione per la ricerca sulla depressione, solo in Italia ci sono almeno 1,5 milioni di persone affette da depressione, mentre il 10% della popolazione totale, ovvero 6 milioni di persone, hanno vissuto almeno una volta nella vita un episodio o uno stato depressivo. La pandemia ha acuito, se possibile, la situazione, ampliando le percentuali di pazienti vittime, tra le altre cose, dell'ansia o dei disturbi alimentari. Il boom del bonus psicologo, per cui sono arrivate centinaia di migliaia di richieste nelle prime ore dopo il lancio del servizio, fotografa un malessere generalizzato che, a volte, può diventare patologico: è praticamente impossibile chiudere gli occhi davanti a questa nuova epidemia di malessere, non fosse altro perché ci chiama spesso per nome, uno a uno.

La stanchezza legata agli oltre due anni vissuti all'erta contro il covid, l'apprensione per la guerra in Ucraina, il caro-bollette che avanza e l'inverno gelato che ci aspetta, ci conducono verso un atteggiamento di rifiuto verso la sofferenza, la fragilità e tutto ciò che queste comportano. Ci sentiamo privi di energia contro i mali del mondo, non li sopportiamo più: così, semplicemente, li evitiamo. Questa è, tra le tante reazioni possibili, la normale e umana reazione di chi cerca di aggrapparsi al bello della vita pur non calpestando ciò che l'altro prova, pur senza mancare di rispetto a nessuno: ciò che è accaduto nella casa del Grande Fratello Vip con Marco Bellavia è, invece, puro e semplice bullismo. Non si è trattato di un meccanismo di difesa per proteggersi dai venti cattivi e provare sopravvivere, ma di vera e propria derisione della vulnerabilità, che schiaccia la fragilità, la minimizza anche se è patologica.

Ci si augura che personaggi come Giovanni Ciacci, Ginevra Lamborghini e gli altri che hanno scelto, sentendosi di gran lunga i migliori, di farsi portavoce di questo orrore televisivo vengano opportunamente messi al loro posto nel corso della diretta con Alfonso Signorini del 3 ottobre. Ma, più di tutto, oltre la polemica, forse la vicenda umana di Marco Bellavia, che si era messo alla prova per stare meglio e non è riuscito a trovare appigli cui aggrapparsi, deve raccontarci un'altra storia: quella in cui ci diciamo pronti a parlare, discutere, affrontare la malattia mentale e invece ci rifiutiamo di riconoscerla anche quando questa ci piomba addosso con un'invocazione di aiuto.