«Chiara Ferragni e Fedez: lei vola a New York e si trasforma in Catwoman e lui fa il baby sitter a Milano». Sì, esistono ancora titoli del genere, ma la buona notizia è che le donne non ci stanno più. Dopo varie proteste sui social, il titolo è stato cambiato: «Lei vola a New York. Lui resta a Milano a fare il papà». Già, perché ci siamo davvero stufate della solita retorica dei "mammi" ossia uomini (oltre che figure mitologiche) che assumono quello che è considerato un ruolo femminile e badano ai figli, magari perché le mamme non vogliono rinunciare alla carriera e al resto delle loro vite. C'è un nome per un uomo che si occupa dei suoi figli e quel nome è "papà". «Una mamma che lavora perché dev'essere considerata negligente?», ha scritto Chiara nelle sue stories Instagram commentando la vicenda. Questo continuo mom-shaming deve finire.

chiara ferragni su instagram contro i giudizi alle mamme che lavoranopinterest
Instagram Stories @chiaraferragni
Chiara ribatte su Instagram alla polemica sulle mamme che lavorano

Tutte le volte che Ferragni viaggia per lavoro è sempre la stessa storia: domande sui figli, titoli discutibili e decine di commenti ai suoi post dove viene criticata per non essere una brava mamma. «Ogni volta che una donna diventa madre si sente un po’ in colpa se continua ad amare il proprio lavoro e a volerlo fare», aveva detto allo scorso Festival di Cannes: «Sentiamo di non essere abbastanza brave come madri. Tuttavia, non ho mai sentito un solo padre non sentirsi abbastanza per via del proprio lavoro». Questo avviene perché la narrativa tradizionale dipinge le madri modello come delle specie di martiri che donano la loro vita ai figli negandosi tutto il resto. Così se sei mamma non puoi essere altro: al massimo moglie, ma di sicuro non una donna che lavora e che (scandalo!) fa foto mostrando il proprio corpo e la propria sensualità. «Una mamma che si sente bene con il proprio corpo perché deve sentirsi in colpa?» scrive Chiara su Instagram, «Una donna che non dimentica di essere anche donna, moglie, lavoratrice, figlia, amica, perché deve essere discriminata?». Sembra che questa complessità alle donne non sia concessa.

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«Come madre, imprenditrice e donna ho la fortuna di poter dedicare molto più tempo alla mia famiglia e ai miei bambini di quanto sia concesso alle donne che lavorano sotto un capo, ma non è comunque abbastanza per un certo tipo di giornalismo maschilista e tossico», ha proseguito Ferragni aggiungendo che «noi donne dobbiamo ancora una volta fare il doppio per essere apprezzate la metà!». I dati parlano: il lavoro di cura è ancora in gran parte (al 70% secondo gli ultimi dati Istat) sulle spalle delle donne che faticano a portare avanti il proprio lavoro (il 50% ha un part time) assieme alla gestione dei figli, della casa e degli anziani. Il problema, come mostra la vicenda di Ferragni e Fedez è culturale: sembra ancora strano che figli e famiglia siano un impegno equamente condiviso tra i genitori. Ma è anche una battaglia politica: com'è possibile, ad esempio, che in Italia il congedo di paternità obbligatorio ammonti solo a 10 giorni? «A me stessa e a tutte voi dico», scrive Chiara, «non rinunciamo a lottare e a pretendere di essere considerate al pari degli uomini».