Google è ormai diventato il destinatario di tutte le nostre domande più strane, quelle che ci passano per la testa mentre ci annoiamo, quelle che ci vergogniamo a chiedere ad alta voce, quelle a cui non troviamo risposta: «Perché il mio gatto mi guarda male?», «Chi è Elena Ferrante?», «Come si fa la carbonara?». Il più delle volte Google è in grado di soddisfarci - o almeno di regalarci un meme sull'argomento - ma dopo tutto si dice che se non trovi la soluzione a un problema forse è perché ti stai facendo le domande sbagliate. Così potremmo dire che sono le domande che ci facciamo, molto più delle risposte a raccontare qualcosa di noi. Che cosa abbiamo chiesto a Google nel 2021? Molte domande: «Cosa vuol dire resilienza?», «Cosa vuol dire endemico?», «Cosa vuol dire LOL?». La cosa interessante è che, tra le frasi più cercate, c'è anche «Cosa vuol dire transgender?» e questo in effetti potrebbe essere un buon segno.

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La parola "transgender" si trova al quarto posto nella classifica dei "Che cosa vuol dire" più cercati su Google (noi ne abbiamo parlato qui). In effetti del mondo trans e delle questioni legate all'identità sessuale si sa davvero molto poco in Italia. Questo perché a scuola non si parla di questi argomenti, non si fa educazione sessuale e sui media regna spesso il caos con definizioni sbagliate. Vi ricordate la discussione al Senato sul Ddl Zan? Era chiaro che i politici non avevano idea di cosa stessero dicendo. Del resto in Italia i Gender Studies - molto diffusi all'estero, specie in ambito anglosassone - sono pressoché assenti e quando si parla di questi argomenti sembra che ognuno possa dire la sua senza bisogno di alcuna preparazione. Il fatto che ci si chieda cosa vogliono dire certe parole, però, mostra un interesse verso certe tematiche finora lasciate spesso ai margini.

Tra le ricerche di "spiegazione" più diffuse, Google ha rilevato anche «Che cosa vuol dire Ddl Zan», mentre tra i "perché" al quarto posto c'è «Perché si festeggia l'8 marzo». Certo potrebbe essere solo un caso, ma non è male pensare che i diritti civili e le tematiche di genere siano stati in cima agli interrogativi del Paese negli ultimi 12 mesi. Questo potrebbe far pensare che qualcosa si stia muovendo. Non abbiamo ottenuto il cambiamento che aspettavamo a livello legislativo con il Ddl Zan, ma magari - a furia di fare rumore su questi temi - sta davvero cominciando qualcosa di più lento e allo stesso tempo inesorabile: un cambiamento culturale che parta dal domandarsi (sì, anche Google è un punto di partenza) il significato delle parole e dal pretendere delle risposte su queste tematiche che non siano solo propaganda. Sarebbe un ottimo augurio per il 2022.