Habemus la prima statua di una donna a Milano! Stavolta non ci sono dubbi: mentre rimanevamo pazientemente in attesa del monumento a Margherita Hack, ecco arrivare la buona notizia: mercoledì 15 settembre 2021 in presenza del sindaco Giuseppe Sala nella piazzetta Belgioioso è stata disvelata la prima statua al femminile della città dedicata alla rivoluzionaria e patriota Cristina Trivulzio Belgiojoso. Perdonateci l'entusiasmo, ma si tratta di un evento più unico che raro perché fino ad ora nella città c'erano 121 statue e tutte rappresentavano solo e esclusivamente personaggi maschili. Al massimo alle donne erano concesse delle madonnine o delle sante, ma tutte le altre (anche quelle più importanti per Milano) erano state dimenticate. Forse è arrivato il momento che le cose cambino.

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"Questa statua è più di una commemorazione, è un punto di partenza" ha dichiarato Francesca Moncada di Paternò, Presidente dell'Impresa Culturale Dimore del Quartetto che, insieme alla Fondazione Brivio Sforza, alla Banca di Credito Cooperativo di Milano, al Comune, alla Regione Lombardia e allo scultore Giuseppe Bergomi, ha portato avanti il progetto. "In tante persone mi hanno chiesto del perché si sia scelta Cristina Trivulzio e non altre donna", ha aggiunto, "Io rispondo: perché non tutte quante? Dobbiamo restituire alle persone che hanno fatto cose straordinarie il loro valore davanti alla società, proprio per presentarle alle prossime generazione e permettere alle bambine e ai bambini che passano per le strade di chiedersi chi sono queste persone e cosa hanno fatto". Già, sappiamo bene infatti che le città non sono costruite a caso e, al contrario, rischiano di riprodurre ancora e ancora squilibri che, come società, ci portiamo dietro ormai da secoli. Avere più statue al femminile non è un capriccio, è un modo per ricordare a chi vive la città che la storia è stata fatta anche dalle donne.

la prima statua di una donna a milano è in onore di cristina trivulzio belgiojosopinterest
Fototeca Storica Nazionale.//Getty Images
Cristina Trivulzio Belgiojoso

Cristina Trivulzio di Belgiojoso, ad esempio, è stata una donna eccezionale, coraggiosa e moderna che vale la pena ricordare. Era una principessa che ha scelto di rinunciare al suo patrimonio per diventare una rivoluzionaria patriota sfidando l’Austria. Non solo: dopo essersi sposata a 16 anni, si è separata dal marito a 20 decidendo di vivere da sola, è stata esiliata a Parigi e lì ha dato vita a un salotto intellettuale, infine - tornata a Milano - ha fondato una scuola agraria, due scuole elementari e un asilo per i figli dei contadini (aveva previsto anche una stanza per allattare, ed era il 1840). "La caratteristica più straordinaria di Cristina", ha raccontato Francesca Moncada, "è il coraggio di essere libera. Ha fatto qualsiasi cosa perseguendo un pensiero, anche quando le portarono via tutto il suo capitale e si è ritrovò a Parigi senza niente, andò avanti, sentendosi quasi ancora più libera di continuare il suo cammino, poiché non aveva più nemmeno l’appartenenza a un ceto sociale a tenerla imbrigliata". Che dite, non è forse una storia che valeva la pena restituire alla città e che la città stessa, a sua volta, ci ricordasse? La risposta sta proprio nella citazione di Cristina Trivulzio di Belgiojoso riportata sul piedistallo della statua per chiunque passi di lì: "Che le donne felici e stimate del futuro rivolgano i pensieri al dolore e all’umiliazione di quelle che le hanno precedute e ricordino con un po’ di gratitudine i nomi di quante hanno aperto e preparato la strada alla loro mai gustata prima e forse agognata felicità".