Non ci è dato sapere se Vittorio Sgarbi abbia trovato nulla di strano negli anni 90 a vedere le pubblicità (sessiste e pure razziste) delle Morositas e nemmeno quelle con Rocco Siffredi di Amica Chips "A chi piace la patatina". Forse, si è solo fatto una risata. Ora invece per un bacio nella pubblicità delle Dietorelle ecco che si scatena su Twitter e parla di "immoralità" e "pornografia", cosa sarà successo? No, non è l'età ad averlo reso più "sensibile" a certi contenuti, la differenza - è chiaro - sta tutta nel "tipo" di bacio che il critico si è visto comparire davanti: un bacio tra due donne. Scandalo! E non stiamo parlando di un limone appassionato, ma di un normalissimo bacio praticamente identico a quello che appare qualche minuto prima tra un ragazzo e una ragazza. Qual è il punto quindi? A rispondere a Sgarbi comunque ci ha pensato Carlotta Galmarini, protagonista della pubblicità delle Dietorelle: "È pornografia anche il bacio saffico del dipinto di Toulouse Lautrec?" gli ha chiesto su Twitter. E che dire: touché.

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La regola non scritta sembra sia questa: finché si gioca con l'idea di due donne che stanno insieme per compiacere lo sguardo maschile tutto bene ("Brava Giovanna, brava" tanto per citare un grande classico), ma se si inserisce una vera coppia lesbica in uno spot, apriti cielo. "Guardate questo stucchevole spot di Dietorelle: immorale per i bambini! Siamo nel campo della pornografia" scrive Sgarbi prima di chiedersi "Cosa dice il garante per l’infanzia?". E a noi il pensiero balza a quel recente episodio di omofobia dove due ragazze di Voghera sono state attaccate da un uomo perché si stavano baciando vicino a dei bambini, peccato che nessuno si sognerebbe mai di dire una cosa simile a una coppia eterosessuale. Nella stessa pubblicità infatti, sulle note di Besame Mucho si vedono un ragazzo e una ragazza scambiarsi un bacio e poi chiudersi in camera, niente da dire su questo?

Sgarbi, tra l'altro, non perde occasione di commentare la legge contro l'omotransfobia, la misoginia e l'abilismo sostenendo che la pubblicità mostri i "primi effetti del cosiddetto “Ddl Zan”". Cosa vorrebbe significare questo? Che forse è giusto continuare a diffondere odio e a compiere atti di violenza in modo che le coppie omosessuali vivano nascoste e non si mostrino in pubblico e tanto meno nelle pubblicità? C'è da chiederselo visto che - come sappiamo - l'unico scopo della legge è quello di tutelare la comunità LGBT+ da attacchi violenti. Solo qualche mese fa a Roma un uomo ha picchiato una coppia omosessuale proprio perché non poteva tollerare di vederli mentre si baciavano e non siamo sempre allo stesso punto? Lesbofobia, ipersessualizzazione delle persone omosessuali, attacchi faziosi alla Legge Zan, episodi di violenza omofobica: gira e rigira sono solo lati diversi della stessa medaglia. Più che #DolcezzaSenzaZucchero è il caso di ripetere #LoveIsLove e di ricordare a Sgarbi che i baci sono baci, punto.