Che tu ne abbia 43 microscopici come Ariana Grande o uno gigante come Ed Sheeran, che siano evidenti come quelli di Fedez o in parti del tuo corpo private perché solo tu e pochi intimi possiate vederli, i tatuaggi raccontano chi sei. Sono parte della tua storia, scritta a inchiostro sulla pelle. Non a caso ci si tatua in momenti significativi della propria vita, scolpendoseli addosso come una medaglia o una bellissima cicatrice. Ma anche i tattoo fatti con leggerezza possono diventare un capitolo importante della narrazione della tua esistenza (parola di tatuatrice!). Con il tattoo storytelling puoi raccontare la tua storia attraverso tatuaggi che scegli di fare, anche in momenti diversi della tua vita. Comune denominatore? Parlano di te, attraverso i momenti che ti hanno resa la persona che sei.

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Raccontare una storia attraverso i tatuaggi

"Il corpo è come una tela da dipingere e ogni parte del corpo può dire la sua… I modi sono infiniti, dipendono dallo stile, dalla storia, dalle zone del corpo, dalla creatività del tatuatore” spiega Amoretti. "Personalmente non seguo le mode in fatto di tattoo e lo sconsiglio vivamente. Il tatuaggio è qualcosa di troppo personale, però dalla mia esperienza posso dire che in Italia il 90% dei tatuati segue una moda. E sempre più spesso vediamo tattoo che si somigliano molto tra loro, in altri Paesi d’Europa non è così."

Un pregio del tattoo storytelling è che non si fa influenzare dalle mode. Puoi raccontare la tua storia con stili simili o diversi, cambiando registro se vuoi, ma mantenendo un comune denominatore nel tratto se ti affidi allo stesso tattoo artist, o in elementi che richiamano la simbologia, il significato o lo stile di altri tatuaggi che hai fatto in precedenza.

Lo storytelling è anche un'arma potentissima per potenziare l'autostima. Farlo attraverso i tatuaggi può aiutarti a elaborare un fallimento, così come a celebrare un successo, decidendo di narrare attraverso i simboli o con una frase (per esempio tratta da una poesia o da una canzone) la lettura che tu vuoi dare a quel determinato evento.

Rihanna, per esempio, ha deciso di lanciare polvere di stelle, letteralmente, su una relazione finita in cenere: quella con Chris Brown. Dopo essersi lasciati per l'ennesima volta ha aggiunto una scia di stelline alla costellazione che le scende dalla nuca. Ma attenzione a non esagerare coi dettagli. Secondo una ricerca condotta dalla Liverpool Hope University, chi ha molti tatuaggi probabilmente soffre di bassa autostima: "I risultati di questo studio suggeriscono che i tatuaggi non sono solo di moda, ma sono dettati da un'ampia gamma di fattori motivazionali associati all'autostima." Prima di tatuarti quindi dovresti chiederti quali sono le motivazioni che ti spingono a voler raccontare quella storia, con quale tono di voce, stile e profondità.

Uno stile adatto al tatto storytelling è il Blackwork: il tatuaggio monocromatico fatto utlizzando esclusivamente l'inchiostro nero. Un classico, che può variare dal minimale al gotico, all'arabesco.

Puoi raccontare la tua storia con parole tue (o prendendo in prestito parole famose), come ha fatto Miley Cyrus: poche settimane fa ha aggiunto alla sua già ben nutrita collezione di inchiostri un nuovo tatuaggio per suggellare la fine della sua storia d'amore con Liam Hemsworth. Sul bicipite sinistro il tattoo artist Winter Stone le ha inciso scritta “My head was feeling scared, but my heart was feeling free,” (la mia mente si sentiva spaventata, ma il mio cuore si sentiva libero). È la strofa del brano The Thing dei Pixies.

La scelta di un soggetto che ti rappresenti

Tatuarsi significa anche renderti ancora più unica e irripetibile. Ma paradossalmente le persone si tatuano sempre le stesse cose e ci sono tatuaggi così inflazionati che perfino i tatuatori sono stufi di farli. All'ennesimo delfino che guizza fuori dal mare, l'ennesima farfallina, l'ennesimo simbolo dell'infinito, anche il tattoo artist più professionale potrebbe sentirsi mancare l'inchiostro sotto l'ago. "Ogni tatuatore credo che abbia uno o due soggetti che è stufo di fare, stufo che gli venga chiesto per l’ennesima volta," conferma Paola Currado, tatuatrice specializzata in Blackwork.

Anche lei, come molti professionisti dell'inchiostro (tranne questo tatto artist di Singapore) è tatuata e utilizza la sua pelle per raccontarsi: "Ogni volta che sto per aggiungere un pezzo di storia al mio corpo provo ancora quel brivido di paura ed euforia insieme all’idea che il mio corpo, da quel giorno, subirà un cambiamento."

La fenice è uno dei tattoo più richiesti da chi è rinato dopo una fase critica della propria vita, risorgendo delle proprie ceneri. Nel regno vegetale e animale ci sono creature incredibili, dalle quale prendere ispirazione. Pensa alla linkia, una stella marina che si rigenera all'infinito, simbolo di immortalità: apparentemente è una normale stella, ma solo tu sai davvero cosa rappresenta. O una particolare medusa che ringiovanisce anziché invecchiare. O il narvalo, un'alternativa al classico delfino, che è anche un simbolo della lotta al global warming.

Il significato lo decidi tu

Il soggetto che scegli di tatuarti è cruciale: ce ne sono alcuni particolarmente carichi di significato, non necessariamente esplicito. "Ognuno di noi tende a dare un significato intimo e personale ad un soggetto che magari, per un’altra persona, ne è privo. Personalmente mi piace esprimere sentimenti, idee, significati attraverso piante e animali. Ogni fiore ha un suo significato, ogni animale ha delle abitudini o delle caratteristiche che magari appartengono anche a noi," ci spiega Paola Currado.

"Sono dell’idea che la decisione di avere una scritta, un disegno o un simbolo sulla pelle a vita non andrebbe presa con superficialità," ci spiega Paola Currado. Pensa a Kendall Jenner, che si è tatuata la scritta MEOW all'interno del labbro, o a Lady Gaga che ha dimenticato il quinto rigo del pentagramma nel tattoo con le 4 note che rappresentano le lettere del suo nome (poi l'ha fatto aggiungere): entrambe hanno spiegato di essersi fatte tatuare mentre erano su di giri per un drink di troppo. Ma anche i tatuaggi casuali raccontano qualcosa di te ed è qui che entra in gioco il fattore storytelling.

“Ogni tattoo, a suo modo, ha una storia, anche i tatuaggi fatti con leggerezza. Anche se un tattoo è fatto apparentemente senza motivo né significato, ha comunque una storia, perché ricorderemo che eravamo con quella persona, in quel posto. Ecco la storia. Quindi raccontare una storia attraverso i tattoo, per quanto mi riguarda, è la cosa che questi “scarabocchi” su di noi sanno fare meglio. Non è solo possibile, è inevitabile", dice la tatuatrice.

Strappare o riscrivere una pagina della tua storia?

Un tatto può non essere per sempre. Quando la storia che rappresenta finisce, quando giri pagina, potresti sentire forte il desiderio di modificare il tatuaggio, rendendolo più simile alla persona che sei adesso, o eliminando direttamente le tracce di quella persona, quel momento, quell'evento dalla tua storia.

C'è chi decide di cancellare il nome dell'ex disegnandoci sopra qualcos'altro, come ha fatto Nicole Richards camuffando il nome Charlie (Sheen) con le ali di una fatina. O Keith Urban mandando letteralmente a fuoco la sua relazione con Niki Taylor: mentre stavano insieme si sono tatuati la scritta Amor Vincit Omnia (l'amore trionfa su tutto), ma quando si è messo con Nicole Kidman ci ha tatuato sopra una fiamma, mentre lei se l'è fatto direttamente cancellare. Nick Carter ha coperto con un teschio il nome di Paris (Hilton) con cui ha avuto un flirt.

Intervenire su un tattoo per trasformarlo in qualcos'altro non fa impazzire i tatuatori. "È un po’ come chiedere ad uno scrittore di cambiare il finale di un romanzo altrui. Non si fa, per etica, per rispetto e anche perché non dai il meglio di te correggendo e completando il lavoro di un altro, che ha un’altra mano ma soprattutto un’altra idea creativa. Può capitare coprire o ritoccare un lavoro palesemente mal fatto o che non piace più… ma questa è un’altra storia, tutta da riscrivere!”, spiega Adriano Lodovico Amoretti, organizzatore della Torino Tattoo Convention che si terrà dal 13 al 15 settembre al Lingotto, uno dei massimi esperti di tatuaggi in Italia.

Per Paola Currado intervenire si può, ma nel rispetto della narrazione: "Aggiungere, abbellire o modificare un tatuaggio già esistente è possibile, ma secondo me la questione va valutata in base al tattoo di partenza. Personalmente negli anni ci sono stati dei casi in cui non me la sono sentita: a volte perché la mia maniera di tatuare non era adatta ad accostarsi al tattoo già esistente, a volte, invece, perché il tatuaggio era già ‘finito’ così com’era e andare a metterci le mani lo avrebbe rovinato piuttosto che migliorarlo. Sono dell’idea che non ci sia una regola a riguardo e che sia compito del tatuatore indirizzare la persona verso la scelta giusta.”

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Gaia Giordani
WEB EDITOR
Copywriter e blogger della prima ora, divoro serie TV e nel tempo libero sforno muffin al cioccolato. Ho scritto da poco il mio primo romanzo. Cintura nera di karate. Ho un'insana passione per gli squali, una volta ne ho accarezzato uno. 99% digital, 1% human.