Ero in sala parto quando Kendall è nata. Vedere mia madre che partoriva è stata una cosa magica. Prima che me ne andassi di casa per andare al college, le facevo sempre da babysitter. Lei e Kylie mi ricordavano un sacco Kim e me: eravamo inseparabili.

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A un primo sguardo, io e Kendall siamo agli antipodi: io sono alta uno e 52 e lei è una supermodella. Ma abbiamo modi di fare simili. Siamo equilibrate, non facciamo drammi. Se devo parlare con qualcuno, sono le mie sorelle le persone con cui mi sento più al sicuro. E credo che l'età non conti quando si tratta di dare consigli in fatto di relazioni. Non è solo una questione di esperienza. A volte Kendall e Kylie sono più in contatto con le emozioni, perché con l'età, se siamo rimasti scottati, tendiamo a tirarci indietro. Amo parlare con loro, perché sono molto più aperte.

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Kendall è decisamente una con la testa sulle spalle. Sa guardare le cose da entrambi i lati. Fin da quando era molto piccola, Kendall diceva: «Farò la modella». Se ci ripenso, le direi: «Ma come facevi a saperlo? Non avevi idea di quanto saresti diventata alta, né di come saresti stata...». Ma lei lo sapeva e basta. Mi lascia ancora senza parole il fatto che lei avesse così chiaro cosa voleva dalla vita, e che sia riuscita a far sì che succedesse. Le ho detto che andare all'università è stata una delle esperienze migliori: ha voluto dire vivere lontano da casa, imparare a farmi il bucato e stringere nuove amicizie, senza che Kim fosse lì con me.

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Tutto questo Kendall l'ha fatto con il suo lavoro. Viaggia, vive distante da casa, ha dovuto imparare a prendersi cura di se stessa e farsi le sue amicizie. La sua etica del lavoro è fantastica, e per quanto riguarda la sua esistenza, ha preso una grande decisione.

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