John Travolta ha subito uno shock violento quando il figlio Jett, di appena 16 anni, è deceduto a causa di un attacco epilettico. Dopo il decesso la coppia, che si trovava con il teenager in vacanza alle Bahamas, ha confermato l’autismo del ragazzo.

«È stata la cosa più brutta che mi sia mai capitata nella vita», ha dichiarato Travolta. «La verità è che non sapevo se ce l’avrei fatta. Vivere non mi interessava più ed è passato tantissimo tempo prima che mi sentissi un po’ meglio».

Il 59enne ha trovato il giusto supporto nella fede di Scientology, la controversa organizzazione a cui appartengono anche gli attori Tom Cruise e Jason Beghe.

«Non credo ce l’avrei fatta senza», ha detto durante un’intervista rilasciata al giornale Telegraph. «(I membri di Scientology, ndr) sono stati con me ogni giorno dopo la morte di Jett. Mi accompagnavano addirittura nei miei viaggi quando avevo più bisogno di fuggire. Ed è stato così per due anni buoni. Solo dopo il secondo anno ho iniziato a prendermi una pausa e stare uno o due giorni per conto mio per vedere come andava».

Il mitico ballerino di «La febbre del sabato sera» ha potuto contare inoltre su alcuni ottimi amici, come il regista Quentin Tarantino che ha rilanciato la sua carriera nel 1994 grazie al film «Pulp Fiction».

«C’erano persone molto più adatte di me che volevano la parte. Ma Quentin ha messo la sua carriera a rischio e si è rifiutato di girare il film senza di me», ha concluso la star.

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