Aaron Eckhart è il protagonista di «I, Frankestein», il nuovo film di Stuart Beattie tratto dal celeberrimo romanzo della scrittrice inglese Mary Shelley. Per calarsi nel personaggio di Adam, l’iconica creatura creata dalla mente dello scienziato, ogni mattina la star è rimasta sotto il torchio dei make up artist per molto tempo.

«Ci sono volute 3 ore ogni giorno nello studio dei truccatori per mettermi addosso tutta quella roba. Farmi cicatrici e punti. Incollarmi parrucche in testa. Mi guardavo allo specchio e mi dicevo: “Dio mio!», ha raccontato l’attore 45enne durante un’intervista con il New York Post. «Alla fine me lo toglievo nel giro di 10 secondi perché volevo solo andare a casa!».

Eckhart è famoso anche per aver interpretato la parte del cattivo in altri film, come in quello di Batman intitolato «Il cavaliere oscuro» e in «The Black Dahlia»; per questo «I, Frankenstein» è stata una sfida che ha accettato volentieri, e che, come tutte le altre, ha portato molta riflessione filosofica.

«Senti, mi prendo ogni responsabilità per ciò che dico, ma recitare quelle parti significa fare un sacco di ricerca. Sono stato per anni in quello stato di rabbia animalesca. La vita non è solo bianco o nero. È complicata. Siamo tutti esseri umani complicati. Anche se Aaron è una brava persona, tutto il resto fa parte di lui e della sua vita», ha continuato la star. «Alla fine, perché siamo al mondo? Siamo imperfetti, facciamo errori e proviamo ad imparare da essi. Non c’è ragione di fare molte delle cose che facciamo… sulla Terra, tutti quanti abbiamo bisogno di qualcuno. Vogliamo tutti essere coinvolti. E lo stesso vale per questo particolare personaggio che ho interpretato».

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