Nel corso della sua fortunata carriera, Hugh Jackman ha interpretato una grande varietà di personaggi, spesso con tratti caratteristici molto diversi tra loro.

Per l'attore questo è un grande privilegio, e non crede assolutamente che i suoi ruoli più celebri abbiano messo in ombra quelli maggiormente di nicchia.

«No, non lo penso, poiché se adesso volessi interpretare un personaggio di un certo tipo, avrei la possibilità di farlo», ha risposto al quotidiano inglese The Independent, che gli aveva chiesto se la sua interpretazione del supereroe Wolverine avesse gettato ombra sulla sua produzione passata.

«Sono sorpreso di tutto ciò che è successo nel corso della mia carriera. A dire il vero, non avrei mai creduto che questo potesse diventare un lavoro».

«Cerco sempre di ricordare quanto sono fortunato. Anche se ormai dovessi riuscire ad interpretare solo Wolverine, direi che non mi potrei comunque lamentare».

Nonostante l'attore cerchi sempre di uscire dal proprio personaggio una volta finite le riprese, c'è stato un caso in cui questo gli è risultato più difficile del solito. Nel 2013 il 45enne ha infatti recitato nel thriller «Prisoners», vestendo i panni del tormentato Keller Dover, un padre che perde la testa in seguito al rapimento della figlia.

«Non resto mai nel personaggio, ma devo dire che ogni giorno quando mi allontanavo dal set non mi sentivo nemmeno totalmente rilassato», ha spiegato in proposito.

Jackman sarà presto al cinema con il suo nuovo film «X-Men – Giorni di un futuro passato», in uscita in Italia il prossimo 22 maggio.

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