Bethann Hardison ha da poco lanciato la sua campagna intitolata Balanced Diversity, volta a porre fine alla discriminazione razziale nel fashion business.

Per portare avanti quest'impresa, l'attivista ed ha goduto dell'appoggio di icone del calibro di Naomi Campbell e Iman, e ha inoltre scritto una lettera aperta alle organizzazioni dei maggiori eventi legati alla moda.

Sembra che finalmente l'impegno dedicato alla buona causa stia dando i primi frutti, e l'ex mannequin si è detta soddisfatta dei risultati ottenuti e speranzosa per il futuro.

«Ci sono stati dei miglioramenti, è stata una cosa gradita quanto inaspettata», ha riferito a modelinia.com.

«Le ultime sfilate newyorkesi contavano sulla presenza di tre, quattro, a volte persino cinque modelle di colore, rispetto alle stagioni precedenti dove non ce n'era nessuna. Anche Londra ha mostrato un leggero cambiamento in questo senso, così come Parigi».

«Tuttavia, i progressi più sorprendenti si sono registrati a Milano, dove Giorgio Armani ha aperto la sfilata con una modella di colore, Prada ne ha usate cinque, cosa mai accaduta prima, e anche Jil Sander ne ha impiegate parecchie, mentre di solito non lo fa mai».

La Hardison ha inoltre spiegato come le giovani modelle di colore possono a loro volta fare qualcosa per aiutare la causa.

«Le giovani modelle devono essere coscienti dell'esistenza di questo movimento, e ricordarsi comunque di non prendere mai le cose in modo troppo personale. Dico sempre che se qualcosa vi mette a disagio, dovete informarne il vostro agente», ha aggiunto.

«Inoltre, sentitevi libere di chiedere consiglio alle vostre colleghe più anziane, loro saranno in grado di comprendere la situazione. La cosa più importante è continuare a parlare della questione, tenerla sempre in prima linea. Ricordatevi che non c'è nulla di sbagliato in voi, è questo sistema ad essere sbagliato».

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