Dopo l’incredibile successo dell’anno scorso con «Django Unchained», con Jamie Foxx e Christopher Waltz, Quentin Tarantino tornerà sul grande schermo con un’altra storia di cowboy.

«Non l’ho ancora dichiarato pubblicamente, ma dirò almeno il genere: sarà un film western», ha rivelato al varietà televisivo di Jay Leno.

«Filmando “Django” mi sono divertito un mondo, e i western mi piacciono così tanto che dopo aver imparato a farne uno mi sono detto: “Okay, fammene fare un altro ora che so come si fa”».

Durante il programma, Tarantino ha parlato anche di altre sue pellicole e di come la sua giornata tipo cambi a seconda dei ritmi che scandiscono la sua brillante carriera.

«Più o meno nel periodo di “Bastardi senza gloria” iniziavo a scrivere a casa dalle 10 del mattino fino alle 5, alle 6 o alle 7 di sera. Me ne stavo seduto lì a pensare, e mi arrivavano tutte queste idee… e cercavo di organizzarle un pochino», ha spiegato.

L’iconico regista è da sempre un fan sfegatato dei cosiddetti «spaghetti-western» e dei registi che hanno reso grande il cinema italiano negli anni Sessanta e Settanta, come Sergio Leone e Dario Argento. I capolavori di Tarantino sono notoriamente nati dalla maniacale imitazione di questi grandi registi, grazie a cui ha imparato a mescolare diversi generi.

«Quando faccio un film spero un po’ di reinventare un genere. Lo faccio a modo mio. Faccio la mia versione “Quentin” dei film. Mi considero uno studioso di cinema», ha continuato. «Come se stessi studiando per ottenere una cattedra in cinema, e il giorno in cui morirò sarà il giorno della mia laurea. È un corso di studi che dura una vita intera».

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