Jimmy Choo e Tamara Mellon sono diventati soci in affari nel 1996, fondando insieme il celebre marchio di calzature.

Nonostante l'azienda abbia preso il nome dello stilista malesiano, la editor di Vogue ha recentemente rivelato che non sono stati i suoi design a rendere famoso il brand.

«L'idea originaria era che Jimmy avrebbe disegnato la collezione, e io avrei gestito le operazioni puramente legate al business», ha affermato durante un'intervista con lo show televisivo americano TODAY.

«Ma molto presto fu chiaro che il talento di Jimmy era solo quello di costruire manualmente le scarpe. È un calzolaio. Non ho mai ottenuto da lui nemmeno un disegno, neanche uno».

Nella sua autobiografia intitolata «In my shoes», la Mellon spiega che quando scoprì che Choo era totalmente inadatto per fare il designer, dovette trovare un'altra soluzione. Si rivolse quindi alla nipote del calzolaio, Sandra Choi.

Insieme le due donne visitavano i negozi vintage di Portobello Road, a Londra, per prendere ispirazione, e poi disegnavano insieme i modelli.

Per questo motivo la 46enne non ha mai accettato che il socio sia riuscito a rimanere sotto i riflettori nonostante il suo contributo all'azienda fosse stato pressoché nullo.

«Alla fine dell'anno 2000 il brand Jimmy Choo era arrivato a fatturare circa 3,5 milioni di euro all'anno», ha ricordato nel suo libro.

«Avevamo una boutique a Londra e i nostri prodotti venivano inoltre venduti in altri 450 negozi, tra cui anche Harrods e Selfridges. Inoltre vincemmo un premio del British Fashion Council, e Jimmy insistette per andare a ritirarlo al posto nostro, nonostante non avesse fatto nulla per meritarlo».

In seguito i due soci si separarono, smettendo addirittura di rivolgersi la parola.

Choo ha venduto la propria partecipazione nell'azienda nel 2001, mentre la Mellon ha abbandonato il brand nel 2011, e sta ora per lanciare una linea tutta propria.

Negli anni il marchio Jimmy Choo ha attratto molti vip tra cui anche la principessa Diana, Victoria Beckham e Carrie Bradshaw.

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