Approderà nelle sale italiane il prossimo 22 gennaio il nuovo film di Keanu Reeves, «John Wick», storia di un vedovo disperato che cerca vendetta. «Un film dai toni diversi - racconta lui in un'intervista su film.it -. Da una parte è sobria e seria, allo stesso tempo diventa divertente».

A 50 anni compiuti lo scorso settembre, l'attore non rinuncia ai film d'azione. «A dirti la verità non posso più permettermi di fare le acrobazie che riuscivo a fare fino a dieci anni fa – ammette -. Alcune cose però continuo a recitarle veramente io e va bene così. Ho una passione speciale per i film d'azione, a patto che lo spettacolo non sia necessariamente anteposto in maniera forzata alla trama. Nel caso di "John Wick" mi piaceva che il personaggio avesse una forte componente emotiva: è un uomo sensibile che poi diventa risoluto».

Il suo personaggio è sempre elegantissimo, anche nelle sparatorie più spericolate.

«Be', questo dress code denota un po' il senso di controllo che i personaggi vogliono avere – spiega -. I sicari hanno la precisione di un sarto, il loro vestito è una specie di armatura che li aiuta a ricordare chi sono. Allo stesso tempo la scelta di indossare giacca e cravatta è legata a una certa estetica della morte: della serie, devi prenderti cura di te, perché tutto può accadere. In altre parole sono già pronti per entrare nella bara!».

Parlando di miti giovanili, Keanu ha ammesso di non averne avuto uno in particolare. «La verità? Non ho mai attaccato un poster sul muro. Sì lo so, sono un tipo strano! Ho lasciato casa a diciotto anni, non ho mai avuto poster neanche dopo. Avevo libri, scaffali pieni di libri», ha concluso.

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