Taylor Swift punta i piedi contro Spotify, il sito che offre lo streaming gratuito on demand di milioni di brani provenienti da tutto il mondo.

Secondo la popstar 24enne la piattaforma non retribuisce in modo adeguato gli artisti e tutti gli addetti ai lavori che confezionano un prodotto discografico.

«Non mi sembra giusto», ha dichiarato la popstar a Yahoo! Music.

«È come se dicessi ai miei fan: “Se creerete qualcosa un giorno, come un dipinto, qualcuno potrà entrare in un museo, toglierlo da dove appeso, rubarlo e da allora il dipinto sarà suo senza che debba pagare”».

Proprio questa settimana, dopo l'uscita del suo ultimo album «1989» la star di «Shake It Off» ha così deciso di rimuovere la sua intera produzione dal sito, spiegando che se all'inizio era aperta a nuovi modi di commerciare la musica, col tempo ha cambiato idea.

«Era impossibile prevedere cosa sarebbe successo se avessi messo in streaming il mio nuovo lavoro», ha spiegato la star prima di precisare: «Tutto quello che arriva di nuovo ultimamente come Spotify mi sembra un grande esperimento. E io non ho voglia di far parte di questo esperimento che a mio parere non retribuisce adeguatamente gli autori, i produttori, gli artisti, i musicisti che vi lavorano. E non voglio rafforzare il pensiero che la musica non abbia valore e che debba per questo essere gratuita».

La Swift sostiene inoltre che sia importante che i fan acquistino un intero album e non singole canzoni avulse dal contesto. Perché ogni progetto discografico ha dietro una storia e un senso precisi.

«Preferisco essere conosciuta per una serie di canzoni che vanno ascoltate insieme, che appartengono una all'altra».

«I vari dischi sono come capitoli della mia vita, che procedono di due anni in due, e ho lavorato sodo perché questi capitoli potessero adattarsi anche alla vita di altre persone, degli ascoltatori delle mie canzoni. E sono orgogliosa che i miei fan si battano per me, dimostrando che gli album sono ancora importanti per loro».

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