Non è stato facile per Emma Watson parlare al Summit delle Nazioni Unite, evento in cui la star ha promosso l’attività di HeForShe, un’associazione benefica a favore delle pari opportunità.

Ad ammetterlo è stata la stessa attrice, che ha rivelato di essersi sentita «molto nervosa» poco prima di prendere il microfono.

«Sì, ero davvero terrorizzata», ha ricordato in un’intervista con Elle magazine. «Non è stato facile prendere coraggio e buttarmi. Pensavo: “Bene, tra poco andrò a pranzo con tutte queste persone, ma non è che saranno loro a mangiarsi me? Rischio di diventare io il pranzo!”».

Grazie al suo coraggio e all’impegno nel sociale, tuttavia, la Watson è riuscita a canalizzare la propria fama in qualcosa di utile e positivo.

«La fama non è qualcosa che mi ha sempre fatto sentire a mio agio», ha spiegato la 24enne.

«Per me sono questi eventi che la rendono utile e sensata. Bisogna usarla per compiere qualcosa di buono per il mondo. Ho trovato il modo di incanalarla, e questo la rende anche più gestibile».

Infine, la giovane diva ha spiegato quali sono i principi alla base del movimento HeForShe.

«Il femminismo non è qui per dare ordini o dettare precetti. Non è un dogma. Vogliamo solo offrire alle donne una scelta, ad esempio quella di potersi candidare alla presidenza, se lo desiderano. Se non lo desiderano, tuttavia, non c’è alcun obbligo», ha concluso.

«Mi ritengo fortunata, poiché sono stata cresciuta con l’idea che la mia opinione conta quanto quella altrui. A casa io mia madre parlavamo a voce tanto alta quanto quella dei miei fratelli».

© Cover Media