È dal 1968 che Ozzy Osbourne ha una vita piuttosto turbolenta, ovvero da quando è diventato uno dei componenti dei Black Sabbath. Da allora, infatti, il padrino dell’heavy metal ha spesso condiviso i dettagli delle sue battaglie contro alcol e droghe pesanti, ammettendo addirittura la sua sorpresa per il fatto di essere ancora vivo.

«Beh, la maggior parte (dei miei problemi, ndr) è dipesa dalla droga e dall’alcol. E dal rock’n’roll. L’industria nella quale ho deciso di lavorare è un campo minato per quelli come me. La società si ricorda sempre delle persone peggiori», ha riflettuto durante l’intervista con il magazine britannico Shortlist.

«Sono sicuro che Robin Hood non rubava solo ai ricchi per dare ai poveri. Immagino che rubasse a tutti quelli che incrociavano il suo fott**o cammino per la foresta! Perché doveva comprarsi delle calzamaglie nuove», ha continuato.

«Quindi, quando incontri qualcuno fuori dal comune che non vive secondo le regole del gioco, allora il rock’n’roll è perfetto. Se lavorassi all’IBM (azienda informatica, ndr) non tollererebbero mai il mio comportamento».

I ricordi dell’esordio con i Black Sabbath sono ancora vividi nella memoria del 65enne inglese, inclusi quelli legati alla corrente hippie, nata proprio negli anni in cui la band si è formata.

«Quando vai a fare le prove alle 9 del mattino – perché quello era l’unico orario in cui potevamo suonare la nostra musica – e senti alla radio un tizio che canta: “If you go to San Francisco/Be sure to wear some flowers in your hair” (Scott McKenzie, letteralmente: “Se vai a San Francisco/Assicurati di avere qualche fiore tra i capelli”) e fuori piove a dirotto e non hai nemmeno le scarpe ai piedi, allora ti chiedi: “Cos’è questa m**da alla radio?”», ha concluso Osbourne.

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