Sono sempre stata un'inguaribile sentimentale e -immagino come la maggior parte delle ragazze - continuavo a pensare come e dove avrei incontrato la mia anima gemella. Non avrei mai immaginato che sarebbe stato su nel cielo e che avrei dovuto pure essere grata a mia madre per un suo errore. Credevo che storie d'amore così accadessero solamente nei film o nei romanzi.

Ecco come è andata

A luglio dello scorso anno, mia mamma venne a trovarmi a Sydney per tre settimane. Avevo deciso di ritornare con lei in Inghilterra, dove vive, per farmi una bella vacanza in Europa di sei settimane. Ci aspettava un lungo volo di 24 ore, ma non avremmo mai immaginato che sarebbe stato un viaggio in grado di cambiare la mia/nostra vita. Stavamo volando da Sydney a Manchester via Abu Dhabi. Nella seconda tappa del nostro viaggio mia madre aveva manifestato il suo disappunto per non essere riuscita a ottenere un posto vicino al finestrino per cui fu molto sorpresa quando indicò i nostri due posti: uno era proprio accanto al finestrino e l'altro... Wow, era di fianco a un uomo davvero molto molto bello. Infilammo i nostri bagagli nello scompartimento in alto e prendemmo posto. Per riuscirci dovevamo chiedere a Stephen lo splendore di cui sopra, di lasciarci passare e quando lui rispose notai il familiare accento di Liverpool, tipico della zona in cui ero nata (ovvero Warrington, nel nordovest dell'Inghilterra). Gli chiesi di dove fosse e lui disse di essere di Formby: incredibile, proprio a due passi dalla spiaggia dove andavo sempre quando ero bambina. Da quel momento in avanti non smettemmo più di parlare. Questo fino a quando un altro passeggero non ci raggiunse con il biglietto in mano dicendo a mia madre che era seduta al suo posto vicino al finestrino! Spiegai che si era trattato di un errore e dopo un rapido controllo dei biglietti ci rendemmo conto che avremmo dovuto trasferirci nei posti centrali dell'aereo, e comunque adiacenti a Stephen. Per fortuna ero ancora seduta nei suoi paraggi e, dal momento che continuavamo a chiacchierare, mia madre rinuncio al suo posto lato corridoio in modo che potessi stare più vicina a lui. Parlammo dei nostri rispettivi lavori e quali fossero i nostri programmi per l'estate, delle nostre passioni dei nostri interessi. Discutemmo di tutto. Il volo di dieci ore sembrò trascorrere in un lampo mentre ci raccontavamo le storie della nostra vita, le nostre speranze e sogni.

Non perdiamoci di vista...

Percorremmo molta strada nella conoscenza reciproca. Mentre si avvicinava il momento dell'atterraggio e avevamo quasi toccato il suolo, ci scambiammo i numeri (o meglio, io gli diedi il mio biglietto da visita...). Mi sentii stranamente triste quando ci salutammo, ma ci dicemmo che ci saremmo rivisti a Liverpool nel corso delle due settimane della mia permanenza in Inghilterra prima che partissi per la Spagna, dove sarei rimasta per un mese. Non lo sentii per qualche giorno e ci rimasi piuttosto male. Quando mi mandò un messaggio per chiedermi se avevo voglia di uscire di venerdì sera per bere qualcosa, fui costretta a dirgli di no perché purtroppo avevo già altri impegni. Stephen non si offese e disse che ci saremmo beccati in un'altra occasione, ma si susseguirono molte opportunità perse nel corso delle due settimane: io mancavo da tempo dall'Inghilterra e avevo tanti amici da rivedere, le serate erano strapiene. E così Stephen e io non riuscimmo a organizzare il nostro primo appuntamento. Quando mi imbarcai sul volo per la Spagna, ero davvero molto giù di morale. Comunque, noi due ci sentivamo ogni giorno, anche quando tornai a Sydney all'inizio di settembre. Non vedevo che arrivassero i suoi messaggi: mi facevano sempre sorridere. Quando mi capitava qualcosa di bello al lavoro, lui era la prima persona a cui lo raccontavo. Se mi recavo a un evento divertente, gli mandavo le foto. A dispetto dei 17mila chilometri tra noi, e speravo che un giorno un giorno questo si potesse trasformare in qualcosa di più. Glielo confessai e mi rispose che anche per lui ero lo stesso. Dovevamo trovare un modo per vederci a metà strada prima della fine dell'anno.

Il nostro primo vero appuntamento

Decidemmo che ci saremmo incontrati in Vietnam il 15 dicembre per una vacanza e che poi lui sarebbe venuto a Sydney con me per qualche settimana. Stavamo organizzando il nostro itinerario quando da casa ricevetti una notizia terribile: mio nonno malato da tempo, era in fin di vita. Prenotai subito un volo per l'Inghilterra. Stephen fu il mio sostegno: mi prenotò un'auto in modo che potessi andare avanti e indietro dall'ospedale e mi stava accanto costantemente. Certo, era una situazione orrenda, ero molto triste per il nonno, a cui ero tanto legata, eppure c'era un lato positivo perché avevo finalmente la possibilità di trascorrere del tempo con Stephen. E arrivò anche il momento del nostro primo appuntamento. Lui prenotò in un ristorantino delizioso e riuscì a distrarmi e farmi ridere. La serata finì con un bacio... e molto altro! E da lì la nostra relazione svoltò. Nel corso delle numerose chiacchierate lui mi chiese anche se mi sarebbe piaciuto avere dei bambini. Gli dissi che avevo solo una partr di ovaio: il resto mi era stato rimosso quando avevo 18 anni, dopo che i medici avevano diagnosticato una cisti dalle dimensioni di una palla da rugby. A 21 anni decisi di congelare i miei ovuli perché mi dissero che probabilmente perché non avrei potuto concepire naturalmente. Il nonno mancò due settimane dopo: Stephen venne alla veglia funebre e per me significò molto. Semtivo che svevo trovato una persona speciale ed entrembi non vedevamo l'ora di organizzare quel viaggio che avevamo iniziato a organizzare prima che il nonno morisse. Tornata a Sydney mi buttai nel lavoro. Stephen mi mancava, ma parlavamo al telefono ogni giorno. Dopo circa tre settimane dal mio ritorno s casa, cominciai a sentirmi un po' giù di corda, con la nausea e parecchio stanca. Presi l'appuntamento con la dottoressa che mi consigliò di fare un test di gravidanza. Rimasi di sasso: ers positivo! Non pensavo proprio di rimanere incinta, tanto meno così in fretta! Feci la visita e l'ecografia: ero alla quinta settimana.

Cosa sarebbe successo ora?

Quando telefonai a Stephen per comunicargli la novità il mio cuore correva all'impazzata: chissà come avrebbe reagito. Gli dissi subito tutto, senza girarci intorno, e lui restò senza parole. Continuava a ripetere: "Oh santo cielo", ma si capiva che era contento. E mi disse che si sentiba pronto per avere un figlio. Andammo comunque in vietnam insieme e fu il viaggio della vita. Ora lui si sta trasferendo a Sidney e non potremmo essere più felici. Se avessi potuto scegliere di fare le cose diversamente, avrei preferito rimanere incita magari dopo un annetto, ma sono troppo felice di aver potuto concepire! Non ci speravo più. E non avrei voluto che accedesse con un altro. Perché Stephen è il mio grande amore.