1. Non conciarti da calciatore del Milan in libera uscita. Opta invece per un look casual chic pseudo informale, senza grande ostentazione di marchi costosi. Al primo appuntamento (ma anche ai successivi eh) sono banditi tracolline, berretti, cinture, maglie con griffe e ologrammi in bella vista. Codice rosso anche per polo e canottiere da operaio edile (o da "bisticcio", per chi mastica il gergo campidanese) a meno che il tuo fisico non sia la riproduzione in fibra rossa del Bronzo di Riace. In tal caso, abbi la massima cura del tuo ciuffo di peli ascellare: in Sardegna piace il pelo, non il roveto d'asparagina.

2. Non spruzzarti addosso litri di profumo. Sì, è vero, le ragazze sarde adorano l'aroma muschiato, ma respirato ad Aritzo, in collina, non di certo sulla nuca del proprio maschio. Se il desiderio è far danzare il feromone, meglio puntare su una camicia fresca di ammorbidente che sulla nube tossica di Eau de Testostérone pour hommes. A boccidura.

3. Niente musica metal in macchina. Ci sono due tipi di sarda DOC: quella latineggiante, che alle prime note di Iglesias o Pitbull scioglie la cadera in oscillazioni impertinenti, e la cittadina chichettosa che ascolta solo musica lounge facendo dondolare il calice di Grotta Rossa a ritmo di sax. Ecco, in nessuno dei due casi ti è consentito sfoderare un repertorio che vede Marilyn Manson come protagonista assoluto nella tua auto. Postilla: se lei dovesse presentarsi con degli anfibi in pieno agosto, tira fuori il cd dei Metallica che custodisci nel cruscotto.

4. Vacci piano con i soprannomi affettuosi. Se non sei sardo è probabile che tutti i nomignoli in dialetto ti inteneriscano da morire. E quindi al laconico baby andrai sostituendo un più tecnico pizzinedda (bambina), piccionedda (colombella), al limite dell'audacia – più imprudenza direi – persino una bubburottedda (piccolo scarafaggio) o zizzigorra (lumachina). Ora, se sei "continentale" è probabile che il vezzeggiativo venga interpretato dalle sarde come un segnale di avvicinamento, come un voler sdoganare i registri linguistici dell'italiano puro per amore, insomma, come una galanteria diatopica non indifferente. Attento però ai "false friends": sirbonedda (cinghialetta) ad esempio, per quanto onomatopeicamante parlando risulti gradevole all orecchio "straniero", potrebbe non essere accolto con troppa accondiscendenza dalla sarda in questione. Quindi ragazzi, occhio alle traduzioni.

5. Attingi il meno possibile al lessico dialettale. Si sa, intercalare con «Eja» fa molto folk e suscita sempre un sorriso divertito in continente, ma in Sardegna conversare con una donna in modalità Willy dei Simpson non fa esattamente colpo. Se poi mixi il sardo con termini inglesi, sappi che l'effetto è ancora meno opportuno: «Eja,ci andiamo nel weekend!» riservalo al tuo compagno di bevute, non a lei. Aggiungo: usi, costumi e musica popolare non sono un buon argomento di conversazione. A meno che lei apprezzi berritte e fisarmoniche, la maggior parte storcerà il naso appena le dirai che il 1° maggio vai sempre a sfilare dietro la tracca di Sant Efisio, invece di andare al mare.

6. Dove andare per un week end romantico. Una volta superati con plauso i primi appuntamenti, è il momento di fare definitivamente breccia nel cuore della tua sarda mariposa: proponile un super romanticissimo week end insieme. La Sardegna offre spiagge meravigliose (da Baia Chia a Stintino, da Villasimius a Piscinas), montagne dalla vegetazione lussureggiante, paeselli arroccati sui rilievi dell'entroterra barbaricino. Piccolo dettaglio: per raggiungere la destinazione è probabile che dovrete trascorrere 3 ore consecutive in auto, mentre lei si impegnerà a frantumarti i timpani a suon di chiacchiere e quisquilie. Ma niente paura: scegli la strada panoramica e falle notare, con molto tatto, quanto sia meraviglioso ammirare insieme un magnifico tramonto purpurino, in religioso silenzio. Non volerà una mosca, garantito.

7. Condividi con lei i tuoi piani di fuga. Le sarde soffrono quasi tutte della ben nota sindrome isolana "prigionia in gabbia dorata": spesso sognano un futuro all'estero, magari accompagnate dal proprio principe azzurro o pirata d'oltre mare. Tira fuori la tua indole da Robinson Crusoe e fai tombola. O almeno cinquina.

8. Mostrati emancipato rispetto al tuo nucleo famigliare d'origine. Le sarde adorano la propria famiglia, ragion per cui apprezzano chi rispetta ed onora la propria, ma è bene far trapelare la tua indipendenza circa il matriarcato. L'incubo della suocera è da sempre il flagello di ogni relazione. Se ti avvicini ai 40 anni e vivi ancora con i tuoi, beh, non c'è trippa per gatte: nessuna ragazza al mondo, passati i 18 anni, ambisce a sbaciucchiarti nella tua cameretta tappezzata di peluche del Cagliari Calcio o Dinamo Sassari. Col rischio che la futura suocera venga di tanto in tanto a bussare alla porta, comunicandovi la sopraggiunta cottura a puntino del maialetto.

9. Portala a mangiare etno. Le sarde amano la pizza con la salsiccia di Murru. Ma sarebbe decisamente più chic se, anziché portarla a trangugiare una bisteccozza di cavallo in trattoria le porti in un bel ristorante giapponese, o in uno bio. PS: se la ragazza è di Sedilo e le sottoponi un menù che contempla il filetto di ronzino, sappi che vai incontro a morte certa. Per lei è il sacro animale domestico: proponiglielo ai ferri, e alla brace ci finisci tu.

10. Lascia ricrescere le sopracciglia. Molti ragazzi sardi, magari vittime del monociglio tipicamente made in Nuoro, hanno confidato fin troppo nell'estetista, facendo degenerare il loro rettilineo informe in due ali di gabbiano spigolose e iperdefinite. Ecco, alla signorina sarda questo disturba parecchio, spesso perché le tua arcate rischiano di essere più precise delle sue, ispirate alla corrente Delevingne. Perciò dai subito il via alla ricrescita e invitala a uscire solamente quando le sopracciglia sono tornate belle folte (mi raccomando divise al centro e non troppo cespugliose!) da vero maschio Alfa.

Elisabetta Canalis, nata a Sassari, tiene alto l'orgoglio sardo nel mondo. Nella foto si fa spalmare la crema solare da Sacha Baron Cohen su uno yacht per promuovere il film Il Dittatore. L'autrice Arianna Lai è una cagliaritana DOC. Seguila sul suo blog AriannaLai.com, su Facebook e Instagram @ariannalai1.

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