C’è un ex modello nato da genitori di origine boema e cresciuto nell’Iowa che ha sfondato nello showbiz con le commedie romantiche e che, secondo i maligni, ha fatto molta strada solo per essersi scelto una (ex) moglie di 16 anni più vecchia di lui che di nome fa Demi Moore. In realtà Ashton Kutcher, oggi a 35 anni, è molto di più.

Intanto ha una nuova fidanzata, l’attrice superhot Mila Kunis, 29 anni, con cui è spesso avvistato alle partite di basket degli L.A. Lakers e di cui non parla perché ancora non è divorziato. E poi è un guru dei social network (ha fatto fortunatissimi investimenti in Skype e Foursquare), è una star della tv con la serie Due uomini e mezzo ed è protagonista di Jobs, l’attesissimo film che racconta la vita di Steve Jobs, l’uomo che ha fondato la Apple.

Chi pensa all’Ashton ex modello e attore di commedie romantiche, a 35 anni ti ritrova produttore e imprenditore. Come hai fatto? «In questi anni ho imparato che sperimentarsi e mettere alla prova le proprie capacità è l’unica cosa che conta davvero nella vita. Vado fiero del mio lavoro: produco videogame, contenuti per il web e investo in startup».

Dev’essere per questo che ti hanno scelto addirittura come Steve Jobs, al cinema. Che consiglio daresti, per farcela? «Posso dire che il motto del grande Steve “Stay hungry, stay foolish” (siate affamati, siate folli, ndr) mi ha guidato da quando sono un ragazzino, e parlando con gli amici mi sono accorto che ha influenzato tanti di noi. E poi, o forse prima, consiglio serietà in tutto quello che si fa: il successo viene da lì».

Dicono che ti impegni molto, a qualsiasi livello, questo è un altro ingrediente... «Be’, girando Jobs sono finito in ospedale perché ho seguito alla lettera la sua dieta della frutta! Essere innamorati di quello che si fa, anche quando va male, è un altro bel segreto». E fare team con gli altri uomini? «Credo moltissimo nella collaborazione, nei social network
e nelle relazioni che “creano”, non sono mai solo virtuali. Tra l’altro l’amicizia altro non è se non voglia di conoscere».

Sei stato uno dei primi a usare Twitter raccontando i fatti tuoi, e il tuo account è stato il più popolare al mondo. Te ne sei mai pentito? «Oggi consiglierei semplicemente di separare il privato dal lavoro. Twitta condividendo idee che possono interessare tutti, e non pensare che esista una vita vera e una online: se trovi uno stronzo in rete, lo sarà anche nella realtà, watch out!».