Cara Bea,

ti seguo sempre. Così ho preso coraggio per scriverti: ho un problema e credo che tu possa aiutarmi a risolverlo. So che come me ami i tacchi. Ho letto che hai scritto un libro proprio su cosa le donne pensano delle scarpe e allora ti chiedo: come faccio a riconciliarmi con quelli alti? Li vorrei mettere, sempre e comunque ma non avendo la patente sono costretta a prendere i mezzi. Devi sapere che per andare in ufficio devo usarne ben tre, tra metropolitana, tram e bus. Come se non bastasse mi tocca un tratto a piedi e arrivo in ufficio stravolta e con i piedi gonfi. E' da qualche mese che ho rinunciato ma invidio le mie colleghe sempre svettanti dall'alto di un dieci. Come posso fare?

Roberta, Milano

Cara Roberta,

come ti capisco. Anche io, ogni giorno mi trovo costretta a equilibrismi tra le grate sui marciapiedi e le scale della metropolitana. E dopo avere sbucciato tacchi e ginocchia mi sono arresa all'evidenza. I tacchi non vanno d'accordo con la frenesia metropolitana. Così, ho deciso di prendere il toro per le corna, anzi le scarpe per il tacco e ho cominciato a portare in borsa le scarpe che avrei messo in ufficio, scegliendo per le corse durante il tragitto delle rassicuranti all star. Il problema è che, anche di sera, dovevo scegliere borse capienti in modo che contenessero le scarpe di scorta. Questo è accaduto fino a due anni fa quando, dall'Inghilterra, sono arrivate le Butterfly Twists, ballerine da borsetta. Vezzose scarpine di emergenza pieghevoli, del peso di una piuma, che occupano lo spazio di una confezione di una trousse di trucchi. Da allora la mia convivenza burrascosa con gli ostacoli metropolitani, è diventata molto più dolce. Provare per credere, come diceva una pubblicità degli anni '80.
Fammi sapere come va.

Tua Bea B.

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